FilmUP - Speciale / 60. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

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Ogni giorno un "Diario da Venezia" scritto dai nostri inviati che riporterà gli eventi principali della giornata in laguna al Festival.
a cura di Valerio Salvi

Diario del Visionario del 31.08.2003

Ebbene si, Nicole non è arrivata. L'attesa si è consumata con il solo contentino del suo film (che poi è di Benton) "La macchia umana". Pellicola lunga e macchinosa che, seppur trattando argomenti ponderosi (ma quale film non lo fa a Venezia), lascia nella mente una domanda: perché? Per inciso è la storia di un afroamericano nato "scolorito" che decide di vivere da bianco tagliando i ponti con il suo passato. Idea geniale? Mica tanto visto che lo accuseranno di razzismo.

A seguire la miglior sorpresa del festival, ad ora, il "Lost in Translation" della Coppola (peraltro nella traduzione ci siamo persi anche il significato del titolo).
Un Bill Murray in forma smagliante ci fa sorridere tra spot pubblicitari girati in Giappone e conferenze stampa all'insegna della banalità, e credeteci noi ne abbiamo viste molte. Si, di contorno c'è anche una storiella d'amore o meglio d'attrazione,ma è giusto una cornicetta al divertimento.

Caricati da cotanto film iniziamo vagamente a preoccuparci attendendo il fulmine punitivo e impegnato che riporterà il giusto velo di serietà e tristezza sui nostri volti. Il vero critico da Festival deve sempre avere un'aria compassata e sofferente, come se qualcosa dentro di lui lo avesse colpito così profondamente da segnarlo per il resto della sua vita. Per assumere questa espressione, la cura migliore è un bel film coreano o cinese.
Io invece ne ho avuto uno tedesco: Margarethe von Trotta ed il suo "Rosenstrasse". Ennesima pellicola sull'olocausto - questa volta visto da un'angolazione un po' diversa - di sicuro impatto e di grande presa, ma terribilmente lungo. Alla fine la festa di Ciak mi è sembrata una sorta di premio di buona condotta, l'alcool ha fatto il resto.
di Valerio Salvi

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