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05 Settembre 2007 - Conferenza stampa
"Sukiyaki Western Django"
Intervista al cast.
di Francesco Lomuscio
In occasione della presentazione di "Sukiyaki western Django" presso la 64ª mostra d'arte cinematografica di Venezia, il regista Takashi Miike ha incontrato la stampa affiancato dal cast.
Da cosa nasce l'idea di questo mix di western, arti marziali e azione?
Takashi Miike: Quando ero bambino, questo genere di film, che noi chiamavamo "maccheroni western", era molto popolare dalle mie parti. Ed io avevo una pistola giocattolo con cui, appunto, giocavo a fare il pistolero.
Takashi Miike è conosciuto principalmente per i suoi violenti film d'azione, ma qui c'è ironia…
Takashi Miike: Tutto dipende da chi guarda: al di fuori del mio paese vengo interpretato come regista di horror e film violenti, mentre in Giappone mi conoscono anche per le commedie.
Ito Hideaki, qualcosa da dire su questa esperienza?
Ito Hideaki: E' la prima volta che lavoro con Takashi Miike; nel cinema giapponese ci sono delle regole da rispettare, ma lui è molto bravo a romperle.
Come è nato l'incontro con Quentin Tarantino?
Takashi Miike: Proprio qui a Venezia, tre anni fa. Parlammo di diversi progetti, tra cui, appunto, questo. Durante la lavorazione era molto impegnato, quindi i miei produttori si sono anche arrabbiati perché, per averlo, abbiamo dovuto aspettare sei mesi.
Come è stato recitare accanto a Quentin Tarantino?
Momoi Kaori: Io sono una grande fan di Quentin Tarantino, mi piace da sempre e la cosa che mi ha colpito è che è un attore puro e che si rispecchia molto con Takashi Miike: sembravano due bambini in un negozio di dolci. Comunque, ora mi sento più pura come attrice e sono contenta di questa esperienza.
Come mai nel cinema di Takashi Miike si parla spesso di frontiere fisiche e metaforiche?
Takashi Miike: Che domanda difficile (ride)! Diciamo che è un metodo per comunicare con gli altri paesi, perché io giro il mondo, però non parlo inglese.
Il personaggio dello sceriffo a chi è ispirato?
Takashi Miike: Beh, è un personaggio che si usa spesso e che presenta un conflitto tra il buono e il cattivo, però io volevo esprimere un personaggio dalle due personalità simili. E diciamo che è molto simile a me.
E' disciplinato Quentin Tarantino come attore?
Takashi Miike: Come attore è molto serio e si diverte a recitare. Suppongo che, essendo un regista, deve sempre guidare gli attori, quindi quando recita si sente invece contento di prendere ordini. Poi abbiamo usato il metodo giapponese, lavorando sodo dalla mattina alla sera, e lui non si lamentava mai. Alla fine ha voluto portare via con sé tutto ciò che aveva indossato sul set.
Ha anche contribuito allo script?
Takashi Miike: Ti dice sempre delle idee, ne sforna a raffica, però se lo ascoltiamo impieghiamo dieci anni per finire un film. Sicuramente non vorrei mai essere il suo produttore (ride), però quello è il suo fascino.
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