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Spider-Man 3
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INTRODUZIONE
E' innegabile che nel passaggio dalla carta alla celluloide i personaggi dei fumetti ci abbiano guadagnato in carisma, fascino, e spettacolarità: e "Spider-man 3" sembra essere la prova provata di questa affermazione. Per questo terzo capitolo Sam Raimi decide di rimodellare un vestito nero sul corpo del giovane Parker; di affiancargli ben tre antagonisti; e di divertirsi un po' nel rappresentare il rapporto del giovane eroe con la bella Mary Jane Watson, magari (perché no?) introducendo un elemento seducente come la bella Gwen Stacy. Per il terzo capitolo della saga la trama viene stravolta molto di più di quanto non avesse fatto nei capitoli precedenti, la trama originale dello Spider-Man fumettistico, e finisce per trattare questo terzo capitolo un po' come un capitolo finale della saga. Un ultimo tassello che va a chiudere alcuni (ma non tutti!) discorsi iniziati nel primo "Spider-Man". O ancora: insieme al fratello Ivan, autore della buone sceneggiatura, Sam Raimi sembra suggerirci la sua intenzione a non continuare la serie.

ALCUNE CURIOSITÀ SUL TERZO CAPITOLO: I PERSONAGGI E LE TRAME
L'Uomo Sabbia è uno dei nemici più antichi e temibili dell'Uomo Ragno: nato sulle pagine di "Amazing Spider-Man n.4" del 1963 (in Italia "Uomo Ragno Classic" 2). Il suo vero nome è William Baker, poi cambiato in Flint Marko quando decide di entrare a far parte di un gruppo di criminali dediti al racket e all'estorsione. Proprio in questo giro criminoso Marko si riesce a creare una reputazione che lo porta anche ad agire in solitario. Purtroppo però ben presto l'FBI è sulle sue tracce e durante una fuga il ladro trova rifugio in una aerea militare utilizzata per esperimenti nucleari: è qui che diventa l'Uomo Sabbia, un essere che ben presto si scontra con l'Uomo Ragno e che di certo rappresenta l'intangibilità, e la virtuale immortalità, del crimine in quanto tale. Thomas Haden Church interpreta il personaggio di Flint Marko nella pellicola colpevole anche di aver ucciso lo zio di Peter Parker.
Venom appare su "Amazing Spiderm-Man 299" del maggio 1988 dopo una lunga serie di piccoli indizi sulla sua esistenza lasciati sulle varie collane de L'Uomo Ragno. Ovviamente la sua apparizione è collegata al simbionte nero, il vestito che aderisce al corpo di Peter Parker quando questo si trova su un pianeta alieno a combattere, insieme ad altri supereroi, una "guerra segreta" contro la maggior parte dei super criminali dell'universo Marvel ("Secret Wars n.8" - in Italia "Guerre Segrete" 2). Comunque, Venom diventa tale dopo che Peter comincia a dare letteralmente di matto: non dorme più, fa cose di cui non si ricorda, dimentica appuntamenti, ma non cambia radicalmente il suo atteggiamento come invece accade nel film. Scopre che il simbionte è vulnerabile alle onde sonore dopo che Reed Richard, leader dei Fantastici Quattro, costruisce un fucile a onde soniche proprio per sperimentare la resistenza del "povero" alieno. Nell'indimenticabile storia "Finchè morte non ci separi" ("Amazing Spider-Man" 258 - "L'Uomo Ragno" 49) il simbionte, vedutosi rifiutato per l'ennesima volta da Peter trova riparo in Eddie Brock, ma solo dopo aver salvato Parker dalla morte causata dallo sforzo per togliersi di dosso l'alieno e il frastuono creato dal rintocco violento delle campane. L'unico, inspiegabile, gesto di compassione fatto dal futuro Venom. La storia del film differenzia molto da quella del fumetto, "evolvendo" il personaggio di Venom a incarnazione del rancore e della vendetta: ipotesi che era solo alla base del personaggio marvelliano nel momento della sua origine. La scena della chiesa e dell'unione con Eddie Brock però, rimane molto fedele al comic, così come anche il personaggio del fotoreporter che vuole rubare il lavoro a Peter...


Ma quale relazione con Eddie Brock? Il personaggio di Gwen Stacy è quello che più a fatto rigirare sulla poltrona i giovani appassionati di fumetti. La povera biondina tutto pepe pare proprio non voler trovare una giusta e dignitosa collocazione temporale e narrativa: nel film viene "utilizzata" per far ingelosire Mary Jane, ma noi tutti sappiamo che è stata la prima, indimenticabile, fidanzata di Peter, poi uccisa dal Goblin (Norman Osborn) gettandola dal ponte di Brooklyn. Da quel momento in avanti Gwen è diventata un po' il fantasma amletico di Peter che gli ricorda quanto limitato, in fondo, sia il suo potere. Nella pellicola Raimi la usa per sottolineare maggiormente il profondo cambiamento atto in Peter e, fortunatamente, ci risparmia la triste fine della bionda. Anche perché in fondo aveva utilizzato l'idea del ponte di Brooklyn nel primo film, solo che al posto di Gwen c'era Mary Jane...
La storia di Harry Osborn rimane una delle più toccanti nella lunga vita dell'Uomo Ragno. Anche in questo caso Raimi stravolge profondamente la sua evoluzione lasciandosi solo ispirare alle pagine del fumetto. Lì infatti Harry impazzisce (letteralmente) poco a poco, fino a un finale al cardiopalma in cui combatte all'ultimo sangue con Peter avvelenandolo in un palazzo "tappezzato" di esplosivo. In un ultimo barlume di lucidità Harry decide di salvare Peter, portandolo in salvo, ma cadendo a sua volta poco dopo, mortalmente, ucciso dai potenziamenti di Goblin che aveva introdotto nel suo corpo. Consigliamo vivamente questa lunga saga che risulta, ad oggi, tra le più belle e ispirate, firmata dal grande J.M De Matteis sulle pagine di "Spectacular Spider-Man 200" ("L'Uomo Ragno" 163), una saga che consigliamo caldamente di recuperare. La curiosità del film risiede nel fatto che Harry combatte fianco a fianco con Peter. Questo non accade nel fumetto, ma effettivamente il Goblin ha vestito anche parti eroiche, soprattutto quando a indossarne i panni non erano più gli Osborn, ma il nipote di Ben Urich, Phill, reporter del Bugle...
Ancora una volta ritroviamo il dott. Curt Connors consigliare Peter e assisterlo nei suoi studi universitari: ci chiediamo solo se, prima o poi, qualcuno non si "degnerà" di trasformarlo nel temibile Lizard come accade nel fumetto ("The amazing Spiderman" 6 - "Uomo ragno classic 2").
[continua...]



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