03 Settembre 2010 - Conferenza
"Somewhere"
Intervista alla regista e al cast.
di Federica Di Bartolo

Nella famosa Sala Stucchi dell'Hotel Excelsior si è svolto la mini -press del film in concorso alla 67 a edizione del Festival di Venezia "Somewhere", regia di Sofia Coppola, già vincitrice di un Oscar per "Migliore Sceneggiatura Originale"per il film "Lost in Translation", famosa per essere la figlia del grande regista, scrittore e produttore, cinque volte premio Oscar, Francis Ford Coppola. Erano presenti a questo incontro con la stampa ovviamente Sofia Coppola e i due attori protagonisti Stephen Dorff ed Elle Fanning.

E' un altro film sulla solitudine, quanto l'affascina questo personaggio e se immagina, magari con un altro personaggio, la possibilità di realizzare una trilogia?
Sofia Coppola: Mi piacciono le storie che riguandano le persone e i momenti di transizione nella vita delle persone, credo che questo sia un tema interessante, mi piace inserirlo e continuare ad averlo nei miei lavori. Mi interessava anche esplorare la cultura moderna e sopratutto il mondo dello show-business e volevo che fosse ambientato nella Los Angeles moderna. Credo che per me questo sia l'inizio di una serie nuova di lavori, però credo che tutti i miei lavori siano legati gli uni agli altri.

Il suo film ricorda molto i film degli anni '70 - '80 così come film sulla vita di attori, come mai vede la Los Angeles di oggi in questo modo?
Sofia Coppola: Mi piacciono i film anni '70 per cui quando ho deciso di ambientare il film a Los Angeles ho pensato a come ricreare quella atmosfera e quali fossero i film che avessero quell'atmosfera come "Shampoo". Era questo il tipo di atmosfera che volevo mettere nel film

Nel film ci sono delle scene di premiazione dei "Telegatti", quale impatto ha avuto con la televisione italiana, a cosa ha pensato e cosa l'ha ispirata nel realizzare tale scena, quali sono le differenze della televisione italiana con quella americana?
Sofia Coppola: Sono stata anni fa ai telegatti e volevo cercare di dare una rappresentazione quanto più veritiera possibile, devo dire che il mondo dello show business italiano è molto simile a quello americano.

Come mai ha deciso di non doppiare in inglese la coppia che appare nella scena dei telegatti?
Sofia Coppola: In realtà ho cercato di mettere il pubblico nei panni dei due protagonisti, che non capiscono cosa succede intorno a loro, volevo che si sentisse confuso così come loro

Il film parla del rapporto fra un padre e una figlia, lei si è ispirata alla sua autobiografia?
Sofia Coppola: Sicuramente ci sono ricordi che vengono evocati riguardanti il rapporto con mio padre. Ci sono spunti e ricordi di quando andavo in giro per il mondo con mio lui, ad esempio la scena in cui Johnny insegna a Cloe a giocare al Casinò, io l'ho fatto con mio padre.

Come si sono preparati gli attori per il loro personaggio e per creare questo rapporto fra di loro?
Elle Fanning: Abbiamo iniziato cercando di conoscerci, siamo usciti insieme in giro per hotel, abbiamo scherzato e giocato fra noi per creare il rapporto padre-figlia. Stephen è venuto a vedere una mia esibizione, perchè secondo lui poteva creare questo rapporto fra padre e figlia
Stephen Dorff: Sofia ha cercato di creare un ambiente rilassante intorno a noi, per questo fin dall'inizio abbiamo avuto delle cene di famiglia e abbiamo esercitato i nostri ruoli anche improvvisando. Sono andato oltretutto a prendere Elle a scuola ed esattamente alla scuola dove sono andato io da giovane, è stato molto strano. Mi sono preoccupato che in macchina non si sentisse l'odore di sigarette e ho sentito subito di dovermi occupare di lei come fosse mia figlia, di guidare facendo attenzione, perchè i genitori si erano fidati di me, me l'avevano affidata, non c'era nessuno con noi. Proprio per questo prima dell'inizio delle riprese ho cominciato a sentirmi un po' Johnny Marco, inoltre siamo andati in un posto dove si lavora l'argilla, per realizzare cose in ceramica. E' stato fantastico, all'inizio non sapevamo cosa realizzare poi Elle ha deciso di realizzare un portasapone, mentre io un posacenere e li abbiamo regalato a Sofia. E' un'esperienza speciale che ha creato un forte legame fra noi.

La vita di Johnny cambia dopo le vacanze con Cloe, secondo lei i figli possono davvero salvare i padri della loro rovina?
Sofia Coppola: Quello che volevo mostrare è l'impatto che può avere su una persona, soprattutto su questo padre in crisi. Volevo mostrare come l'arrivo di un figlio riesca a cambiare la visione di un genitore. Ho avuto un figlio prima di scrivere questa sceneggiatura e volevo proprio parlare di quanto l'arrivo di un figlio cambi la visione delle cose e delle priorità di una persona.

Ci sono delle affinità fra la sua vita e quella del personaggio del film? Quale importanza ha la Ferrari nel film e lei ha una Ferrari?
Stephen Dorff: No, non ho una Ferrari, ma mi sono divertito a guidare la macchina che Sofia ha scelto per noi. Sicuramente svolge un ruolo importante dato che appare sia nella scena iniziale che in quella finale. Per quanto riguarda le somiglianze fra me e Johnny Marco, sì ci sono. Ho fatto l'attore per la maggior parte della mia vita, sono cresciuto con la recitazione per cui conosco alcuni dei momenti di cambiamenti e di crisi che sono rappresentati nel film.Credo che questo film sia stato il ruolo perfetto nel momento giusto, forse è il ruolo più speciale che abbia interpretato. Elementi specifici di somiglianza: la solitudine. Come attore di cinema a volte passi quattro o cinque mesi di lavoro con una troupe che diventa in qualche modo la tua famiglia e quando il film finisce ti senti solo, hai perso la tua famiglia. Alla fine delle riprese ho avuto un momento di depressione, mi sono sentito solo. L'attore lavora finchè si gira un film, ma quando finisce deve aspettare un altro ingaggio non va in ufficio come le altre persone, per cui a volte me ne sto seduto a casa, in albergo come il mio personaggio a chiedermi cosa fare, suonare la chitarra, giocare a tennis e poi? Per cui non ho niente altro da fare finchè qualcuno non mi chiama per lavorare, per questo ho potuto attingere a queste sensazioni che ho provato. L'ho detto a Sofia spero che faremo un altro film insieme, ma la prossima volta ti prego fallo un po' più lungo così non mi sentierò solo.

C'è una frase nel film "Datti al volontariato!". E' possibile che un attore non faccia nulla, se non ha figli, o non abbia nulla da fare quando non lavora?
Stephen Dorff: Sì, non vedo l'ora di avere la mia famiglia, per ora non ce l'ho, ho due sorellastre e ho attinto dal rapporto che ho con loro per creare il mio rapporto con Elle, in particolare con la mia sorella minore, che è un po' più piccola di Elle. Per quanto riguarda la solitudine certo con uan famiglia la mai vita, sarebbe meno vuota, sarebbe meno vuota, spero di avere prima o poi anche io la mia famiglia.

Nel film, se si esclude l'Hotel Chateau Marmont, mancano alcuni luoghi importanti di Los Angeles, anzi sembra emergere il quadro di una città un po' squallida è una scelta voluta?
Sofia Coppola: Volevo che la storia fosse dal suo punto di vista, per cui l'ambiente doveva dare questa sensazione di isolamento che lui in questo momento prova, ma è anche vero che a volte, quando si gira in macchina, Los Angeles dà la sensazione di essere una città dura, un po' spigolosa e volevo che questo trasparisse nel film.

Quanto è difficile ora in America fare film indipendenti?
Sofia Coppola: Oggi è un momento molto duro per coloro che vogliono realizzare dei film diversi da quelli dei blokbuster. Mi sento molto fortunata perchè ho avuto modo di avere rapporti con queste società, come la Medusa, che mi hanno consentito di realizzare questa pellicola.

Nel film gli artisti vengono scortati dalla polizia a sirene spiegate, c'è un giudizio forse pesante sulla società italana?
Sofia Coppola: Io amo la cultura italiana e ciò fa parte della cultura del cinema, c'è l'abitudine che le stars siano scortati dalla polizia, non è un giudizio specifico sull'Italia.

Il personaggio di Johnn Marco è il cuore del film, ma il personaggio di Cloe sembra prendere coscienza che anche la mamma la sta abbandonando. La solitudine quindi può essere considerata per questa ragazzina come un momento di passaggio verso l'età adulta?
Sofia Coppola: La storia è incentrata su Johnn, poi ad un certo punto arriva il personaggio di Cloe e si instaura questo legame fra padre e figlia, ma quello che volevo mostrare era anche l'effetto che hanno i genitori sulla vita della ragazzina. I genitori sono abbastanza presi da se stessi e questo influenza Cloe, volevo che il padre si rendesse conto di quale effetto la sua vita stesse avendo su Cloe.
Ella Fanning: La sensazione è che Cloe sia a metà fra i due genitori, va avanti e indietro fra le due case e ad un certo punto si trova a metà, lei non si schiera perchè vuole bene ad entrambi, resta nel mezzo e per questo si sente sola.

Quentin Tarantino è presidente della giuria ed è amico di suo padre Francis Ford Coppola. Tarantino ha affermato che: "...Difenderei il film di mia madre solo se fosse veramente bello. Se un mio amico fa un buon film mi batto per lui, altrimenti non c'è niente da fare".
Sofia Coppola: Mi fa piacere sentirlo

Ogni persona vedendo un film ricorda una scena in particolare. Nella scena del pattinaggio di Cloe in cui Johnn è preso dal cellulare poi improvvisamente si rende conto di lei. Lui comincia a rendersi conto della magia di avere una figlia e della sua grazia. Come si arriva a creare delle emozioni attraverso le immagini senza usare le parole? Come l'ha spiegata agli attori?
Sofia Coppola: Volevo mostrare il momento in cui Johnn prende coscienza dell'esistenza di lei che oltretutto sta diventando donna. Volevo che Johnn prendesse coscienza anche di questo e della grazia con cui lei danza contrapposta a quella delle due spogliarelliste.Ho fatto affidamento sui miei attori che hanno fatto un grandissimo lavoro ed oltretutto Elle non sapeva pattinare sul ghiaccio ed ha imparato per il film
Ella Fanning: Non avevo mai pattinato sul ghiaccio prima ed è stata un'esperienza particolare.Andavo a pattinare tutte le mattine e poi il pomeriggio dopo la scuola, avevo due insegnanti che mi hanno insegnato da zero perchè non sapevo assolutamente pattinare. E' vero che ho studiato danza classica e questo mi ha aiutato per l'equilibrio sui pattini e la coreografia l'ho imparata tutta in tre mesi per cui quando ho girato la scena ero entusiasta e alla fine mi sono sentita realizzata.
Stephen Dorff: Ricordo che io non sapevo nulla, sapevo che Elle stava mettendo tutta se stessa in questa preparazione, che si svegliava la mattina prestissimo per imparare e fare questa scena, però non avevo visto le prove per cui quando sono arrivato ... ho semplicemente visto quello che stava succedendo. Ricordo le sensazioni che ho provato e mi sono detto che qui non devo fare nulla, devo solo guardare questa ragazza incredibile che dà questa prova con quale grazie ed eleganza. Si vede infatti che sono lì a giochrerellare con il mio blackberry si vede che non ho nemmeno mai saputo che mia figlia pattinasse, per cui la mia reazione è stata semplicemente naturale.

La musica ha un ruolo importante nel suo film, così come la coreografia, è possibile che prima o poi diriga un musical?
Sofia Coppola: La musica è importante, mi diverto a scegliere la colonna sonora anche perchè, secondo me, aggiunge moltissimo alle atmosfere, ma non ho in programma di dirigere un musical però non si può mai sapere. Dirigere la scene di danza comunque è stato molto divertente.

Qual'è la sua impressione sui media, possono aiutare un piccolo film a farsi conoscere?
Sofia Coppola: Penso che i media possano aiutere un piccolo film a raggiungere un pubblico molto più ampio.

La scelta delle canzoni è una parte importante e parallela alla sceneggiatura, in quale fase della produzione di un film sceglie le canzoni e in che modo, in base ai testi?
Sofia Coppola: Ascolto molta musica mentre scrivo le sceneggiature per cui a volte ho già in mente delle canzoni, come mi è capitato per la scena delle due spogliarelliste e quella sul ghiaccio. Mi interessa la musica al di là dei testi, per dare il giusto tono e umore alla scena. Le musiche sono scelte in una fase abbastanza iniziale del film.

Francis Ford Coppola appare come produttore esecutivo del film e di recente ha ricevuto l'Oscar per la carriera da produttore, che consigli Le ha dato come produttore?
Sofia Coppola: Mio padre è motlo felice ed onorato di avere ricevuto l'Oscar per la carriera di produttore, è un altro aspetto del suo lavoro ed è un modo di mostrare film diversi da quelli che lui ha fatto come regista. Per quanto riguarda i consigli lui ha sempre incoraggiato me e mio fratello e ci ha spinti a fare i nostri film, magari piccoli e molto personali, ci ha sempre incoraggiato a lavorare in maniera indipendente per poter essere liberi dal punto di vista creativo.

Nel film appare l'attrice italiana Laura Chiatti, come l'ha scelta?
Sofia Coppola: Stavo realizzando uno spot pubblicatorio per un profumo e lei ha mandato una specie di provino e l'ho trovata affascinante, mi è piaciuta la sua personalità per cui ho pensato a lei per quel personaggio.

Cosa prova quando il film è realizzato, come pensa che il pubblico reagirà vedendo questo film?
Sofia Coppola: Cerco di fare le cose che mi piacciono e mi auguro che ci siano persone che la pensino come me e a cui piacca il film.

Come ha scelto Elle Fanning per il ruolo di Cloe?
Sofia Coppola: E' stata un'idea di uno dei produttori che l'ha proposta. Ci siamo incontrate e abbiamo subito legato. Abbiamo visto anche altre giovani attrici, ma Elle è sempre stata presente nella nostra mente fin dall'inizio, inoltre si combinava perfettamente con Stephen Dorff dato che quasi si somigliano.

Nella scena finale Johnn Marco abbandona la Ferrari e si incammina verso il nulla, cosa ha immaginato?
Sofia Coppola: La scena finale è un inizio, Johnn lascia la Ferrari alle spalle ossia la vita precedente e ricomincia dall'inizio, almeno per me è così.
Stephen Dorff: E' un nuovo inzio, ho sempre pensato che se andassimo oltre vedremmo Johnny Marco andare, con molti giorni di anticipo, a riprendere la figlia al campo estivo.

Lei ha vissuto gran parte della sua vita in hotel seguendo suo padre in giro per il mondo. Il suo rapporto con gli hotel?
Sofia Coppola: Ho vissuto molto negli hotel seguendo mio padre ed ho sempre pensato che fosse un mondo a sè, mi ha molto colpita e affascinata, per cui ho pensato che questo mondo fosse adatto ad un personaggio in transizione.

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