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12 Maggio 2010 - Conferenza
"Robin Hood"
Intervista al regista.
di Andrea D'Addio
Prima conferenza stampa del festival di Cannes 2010. La giuria presieduta da Tim Burton deve ancora presentarsi, lo farà qualche ora dopo, e il battesimo del solito rito domande e risposte tocca a Russell Crowe e Cate Blanchett. Sono infatti loro due, senza Ridley Scott, a dover parlare di "Robin Hood". Il regista inglese è infatti dovuto rimanere in Inghilterra a causa di un'operazione al ginocchio di cui aveva calcolato male i tempi di recupero.
Ci parli della sua ultima "fatica".
Russell Crowe: il mio intento questa volta è stato di fare un film a favore del cinema, non ho voluto preoccuparmi dei giudizi e del riscontro del pubblico. Ho fatto un film per amore, per me è come se fosse un secondo esordio. Questo ha permesso di lavorare in maniera più rilassata, senza la tipica paura di sbagliare che alla fine mortifica il cinema stesso.
Se dovesse esserci un Robin Hood oggi, dove lo troveremmo? Ancora a Scherwood o la ricchezza da dare ai poveri ora si trova altrove?
Russell Crowe: Se Robin Hood avesse vissuto i nostri giorni sarebbe stato sicuramente a Wall Street a combattere contro speculatori, truffatori, chi si arricchisce illegalmente, manipola o controlla i media.
Quale il Robin Hood preferito tra quelli passati sul grande schermo in tanti anni di cinema?
Russell Crowe: Erroll Flynn, Sean Connery, Kevin Costner....Li ho visti tutti e apprezzati ognuno per determinate ragioni. Il mio personaggio è molto diverso da quelli precedenti, è sicuramente più fisico e proprio su questo abbiamo lavorato sul set io e Ridley Scott. Ho prodotto il film proprio perché volevo che finalmente si parlasse dell'uomo prima del mito, un aspetto che non risultava nelle precedenti trasposizioni.
Dopo tanti film, come è cambiato il suo rapporto con il mestiere di attore?
Russell Crowe: Oggi ho voglia di scegliere i ruoli in funzione della famiglia. Mi capita spesso di decidere un sì e un no in base a loro, a quanto averi modo di vederli e di stargli accanto. Riguardo la sfera pubblica, mi piacerebbe poi non essere più frainteso per le cose che dico a volte con uno humour probabilmente incomprensibile agli altri.
Quinta volta con Ridley Scott…
Russell Crowe: C'è una grossa intesa. Abbiamo lavorato assieme fianco a fianco anche per le ricerche storiche. Forse non saranno fedelissime, ma Robin Hood è un mito senza tempo. Tra tutti i documenti che abbiamo trovato e studiato, alla fine avevamo materiale per un mezzo migliaio di film.
Quest'anno è l'anno dei mondiali di calcio in Sudafrica. Da appassionato calcistico, qual' è il suo pronostico?
Russell Crowe: Io tifo Australia, ma lo vincerà la Spagna, anche se sia il Portogallo di Cristiano Ronaldo e l'Inghilterra di Fabio Capello, hanno ottime possibilità. Gli inglesi hanno un'ottima difesa. I calciatori oggi sono, per il pubblico, i gladiatori di duemila anni fa.
Miss Blanchett, cosa l'ha convinta ad accettare un ruolo mitico come quello di lady Marian?
Cate Blanchett: La curiosità E' stato un onore per me, c'è moltissima modernità nel personaggio che ho interpretato. Senza tradire i limiti del comportamento femminile in quell'epoca, si tratteggia il carattere di una donna indipendente che sa amare e allo stesso tempo essere leader accanto al suo uomo per il bene comune. L'unico rimorso è che in fondo, piuttosto che combattere alla pari con lui, mi sarebbe piaciuto interpretare direttamente Robin Hood.
Russell Crowe: Sul set Cate si è comportata proprio come Robin Hood. Nelle scene di fango era lei la più energica e quella che trainava la truppa.
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