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29 dicembre 2000 - Conferenza stampa
Non ho Sonno
Intervista in esclusiva con Dario Argento
di Valeria Chiari
Dario Argento è tornato al giallo!!
E non finisce qui: persino i Goblin, si sono rimessi insieme per curare le musiche del film.
Efferati e sanguinosi omicidi, compiuti da un serial killer che riprende ad uccidere seguendo il testo di una filastrocca - scritta per l'occasione dalla figlia Asia -; un poliziotto in pensione, interpretato da un eccellente Max Von Sydow, al quale viene chiesto di collaborare alle indagini per la sua esperienza ma soprattutto per essersi occupato di simili omicidi avvenuti diciasette anni prima.
Nonostante l'evidente contentezza nell'aver ripreso un genere a lui molto caro, il regista, nel corso della conferenza stampa, sottolinea nella sua introduzione "un pò provocatoria", di essere certamente felice che il film sia piaciuto "anche se questo non mi risarcisce degli anni in cui sono stato trattato male dalla critica, quando riuscivo a trovare un pò di serenità nelle critiche francesi per esempio, più equilibrate rispondenti al film e non a delle idee preconcette". E ridendo sollevato per essersi tolto "questo sercio,come si dice a Roma" si prepara a rispondere alle domande promettendo di non essere più così polemico.
Cosa l' ha fatta tornare al giallo: i fan, gli amici?
No, assolutamente no. Anzi, ogni volta che mi si chiedeva di tornare a fare un film di questo tipo rispondevo che non ne avevo alcuna voglia. Solo quando queste richieste hanno cominciato ad acquietarsi allora ho scelto di ritornarci, tanto che ho deciso di fare una trilogia.
Ma cos'è che l'ha spinta a lasciare il giallo per l'horror?
Mi sono ribellato soprattutto al fatto che dopo i miei tre gialli era nato un filone che sembrava copiare, piuttosto malamente tra l'altro, questi film. È stato soprattutto questo a darmi più fastidio, perché sminuiva e rendeva ridicolo il mio lavoro. Quindi mi sono buttato sull'horror, "Suspiria" o "Tenebre". Sono tornato al giallo perché era passato abbastanza tempo e perché non se ne fanno più così tanti. Sono felice di esserci tornato. È stato come tornare a casa, la stessa sensazione di euforia che avevo provato quando dopo qualche anno passato in America sono tornato in Italia.
Secondo lei in Italia ci sono stimoli interessanti che fanno pensare alla possibilità di un ritorno al giallo ?
In Italia negli anni 70, i miei film segnarono un movimento di intensa e ricchissima creatività. Spero che questo film segni un epoca altrettanto interessante e creativa, che si ritorni al giallo e che possano aprirsi nuovi orizzonti. Ci sono ottimi autori e registi in giro, soprattutto fra i giovani, ho avuto modo di riscontrarlo nel corso delle mie conferenze in Università o nelle Scuole di Cinema. Il genere del giallo o del thriller ha un grande seguito e sono moltissimi i giovani autori che scrivono cose molto belle.
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