Eli Roth's History of horror: Limited edition 2 blu-rayLa storia del cinema horror secondo l'autore di Hostel di Francesco Lomuscio23 gennaio 201912:01
Si intitola "Eli Roth's History of horror" e, come è facile intuire, ne è artefice il cineasta americano cui dobbiamo, tra gli altri, i primi due "Hostel" e "The Green Inferno".
Si tratta di una docu-serie che, suddivisa in sette episodi della durata di quarantadue minuti ciascuno, intende esplorare la storia del cinema horror attraverso la sua genesi e le sue ispirazioni.
Un autentico viaggio alla scoperta dell'evoluzione della celluloide che, da sempre, ci terrorizza, che Roth, da autentico fan del genere, effettua interpellando registi e icone del presente e del passato, oltretutto affiancato da Rob Zombie e dal tecnico degli effetti speciali Greg Nicotero. Un autentico viaggio che Koch Media, all'interno della propria collana Midnight Factory, rende disponibile in una limited edition costituita da due blu-ray racchiusi in custodia amaray inserita in slip case cartonato, nonché corredata di interessante booklet. Episodio 1: Zombies Si parte, dunque, con i cari vecchi tornanti dall'oltretomba, a proposito dei quali il compianto George A. Romero fornì attraverso "La notte dei morti viventi" il modello su cui costruire tutte le successive storie che li avrebbero riguardati. Il George A. Romero di cui ascoltiamo anche vecchie testimonianze e che Edgar Wright – autore de "L'alba dei morti dementi" – osserva non aver avuto il giusto riconoscimento né come regista di film dell'orrore, né in qualità di satirista. Del resto, sebbene, prima di quel fatidico 1968, non furono affatto assenti illustri predecessori, da "L'isola degli zombies" a "Ho camminato con uno zombi", fu colui che poi ci regalò gli splatterissimi "Zombi" e "Il giorno degli zombi" a creare le regole del filone, infarcendolo oltretutto di denuncia politico-sociale. Tanto che John Landis, rientrante tra gli intervistati insieme all'attore Josh Hartnett, all'Ernest R. Dickerson cui si deve "Il cavaliere del male" e al Mick Garris che ideò la serie tv "Masters of horror", rimarca la fondamentale importanza che ebbe l'introduzione di un protagonista di colore proprio ne "La notte dei morti viventi". E, con interventi del Max Brooks che ha scritto il libro "World War Z" e del Tony Timpone editore della rivista Fangoria, non si dimentica neppure di parlare della diatriba tra zombi lenti e veloci, del momento in cui il genere è stato accostato allo humour grazie a "Re-Animator" e a "Il ritorno dei morti viventi" e, ovviamente, del telefilm "The walking dead", che ha fatto definitivamente esplodere la zombie mania a livello popolare. Episodio 2: Slashers – Parte 1 Per il secondo episodio si è pensato bene di porre l'attenzione su uno dei sottogeneri maggiormente gettonati dagli appassionati di film dell'orrore: lo slasher, costituito da pellicole strutturate su una sequela di fantasiosi omicidi ai danni di un gruppo di persone in uno spazio più o meno chiuso. Un filone precorso nel 1974 da "Black Christmas – Un Natale rosso sangue" di Bob Clark, ma esploso definitivamente all'inizio degli anni Ottanta, dopo l'uscita del mitico "Halloween – La notte delle streghe" di John Carpenter e quella di "Venerdì 13" di Sean S. Cunningham, entrambi generatori di innumerevoli imitazioni. Un filone le cui basi, tra l'altro, vennero in un certo poste da "Psycho" di Alfred Hitchcock nel 1960, oltretutto accomunato al successivo "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper dal fatto di essere ispirato alla figura del contadino necrofilo realmente esistito Ed Gein. Il "Non aprite quella porta" di cui coloro che vengono in questo caso intervistati – dalla Jamie Lee Curtis che debuttò proprio nel capolavoro carpenteriano al Bob Murawski montatore de "L'armata delle tenebre" – non dimenticano di evidenziare, tra l'altro, la valenza politica. Mentre sullo schermo scorrono anche le immagini di titoli meno noti come "Slumber party massacre" e che, tirando in ballo il violentissimo "Maniac" di William Lustig, si provvede a delineare il percorso che ha portato alla nascita dei vari Michael Myers, Jason Voorhees e Leatherface... fino alla bambola assassina Chucky. Episodio 3: Slashers – Parte 2 Considerando la vastità di titoli che costituiscono lo slasher movie, era sicuramente necessario dedicargli più di una puntata; quindi, conclusa la precedente, come già citato, tramite l'arrivo di Chucky, con tanto di intervento del Tom Holland cui dobbiamo proprio il primo "La bambola assassina", si procede in una nuova per ripartire dall'artigliato e sfigurato Signore degli incubi Freddy Krueger, geniale creatura squarta-adolescenti protagonista della saga "Nightmare". Geniale creatura nata dalla mente dello stesso Wes Craven che, passati gli anni Ottanta e tramontato definitivamente l'interesse da parte del pubblico nei confronti del filone, con il contributo dello sceneggiatore Kevin Williamson fu capace di riportare in chiave post-moderna la figura del serial killer mascherato in "Scream", capostipite di una tetralogia e ispiratore di una serie televisiva. In un decennio, quello dei Novanta, che aveva visto quale unico nuovo boogeyman degno di nota l'uncinato Candyman dal volto di Tony Todd e che aveva assistito all'uscita del genere horror dal proprio ghetto per arrivare addirittura all'Oscar grazie a "Il silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme, col suo cannibale Hannibal Lecter incarnato da Anthony Hopkins. Fino al momento in cui, a terzo millennio da poco avviato, più che degli esseri soprannaturali le persone hanno cominciato ad avere paura di coloro che si trovano accanto a loro (stiamo parlando del periodo post-11 Settembre 2001), favorendo la progressiva emersione del torture porn con il franchise "Saw" e il sopra menzionato "Hostel". Episodio 4: Possessioni demoniache Noto chitarrista della rock band dei Guns'n'roses, Slash afferma che il suo film horror preferito è "Il presagio", che, incentrato sul diabolico figlio del demonio Damien, venne diretto nel 1976 dal sottovalutato Richard Donner facente parte dei qui intervistati insieme alla Mary Harron che ha firmato "American psycho" e, ovviamente, alla Linda Blair che fu la piccola protagonista de "L'esorcista". In fin dei conti, tra un'immagine de "La notte dei demoni" di Kevin S. Tenney e una citazione di "The exorcism of Emily Rose" di Scott Derrickson, come si può non parlare del capolavoro realizzato nel 1973 da William Friedkin quando la tematica affrontata è quella delle possessioni demoniache? "L'esorcista" rappresenta a tutti gli effetti la vetta irraggiungibile del genere, a suo tempo precorso da "Rosemary's baby – Nastro rosso a New York" di Roman Polanski e che si è successivamente evoluto in varie maniere. Infatti, se da un lato si parla dei posseduti de "La casa" di Sam Raimi, dall'altro si esplicano gli intenti femministi di "Jennifer's body", in compagnia della regista Karyn Kusama e della sceneggiatrice Diablo Cody. Mentre "Paranormal activity" di Oren Peli rivela come girare in totale economia un film di possessioni e "Scappa – Get out" di Jordan Peele le accosta, invece, alla tematica del razzismo. Episodio 5: Creature assassine Per gli amanti degli effetti speciali più elaborati, questo quinto episodio rappresenterà di sicuro la ciliegina sulla torta, considerando la quantità visivamente accattivante di creature "in passerella". Si comincia dal Pennywise della recente trasposizione cinematografica di "It", con tanto di Stephen King che dichiara come gli piaccia guardarsi gli adattamenti su schermo dei suoi romanzi e che "Cujo" è quello che preferisce. E, man mano che prendono la parola Barbara e Andy Muschietti, si osserva come "Gremlins" di Joe Dante fosse un mix perfetto di risate e terrore, diverso da tutti i film usciti fino ad allora. Un mix a cui si sono poi ispirati coloro che hanno concepito i Critters e i Ghoulies e che è sicuramente quello maggiormente adatto agli spettatori più piccoli nel materiale citato in questo show. Perché non solo si sguazza da "Gli uccelli" di Alfred Hitchcock agli shock marini de "Lo squalo" di Steven Spielberg per ribadire che gli esseri umani hanno paura della ferocia innata della natura, ma si spiega come l'esageratissimo "La cosa" di John Carpenter incarnasse l'istinto a non fidarci di chi abbiamo vicino. Con gli attori Doug Jones (il mostro di quasi tutti i lavori di Guillermo del Toro, per intenderci) e Dee Wallace interpellati, fino allo sguardo posto sugli ancora oggi sorprendenti effetti speciali di "Un lupo mannaro americano a Londra", mentre viene spiegato che il licantropo riflette la paura della bestia che risiede in ognuno di noi. Episodio 6: Vampiri Insieme all'Alex Winter di "Ragazzi perduti", non poteva certo mancare la Catherine Hardwicke regista di "Twilight" nella puntata riguardante le creature che rappresentano la sfera del sesso e della morte, capaci di mandare in estasi le donne quando le mordono. La Catherine Hardwicke che ha posto i vampiri al servizio di una love story, dopo che Bela Lugosi e Christopher Lee anticiparono magnificamente Gary Oldman nei panni del succhiasangue per eccellenza Dracula e che la Settima arte aveva avuto modo di conoscere anche "Intervista col vampiro" e "Dal tramonto all'alba". Senza contare la metafora relativa alla tossicodipendenza alla base di "The addiction – Vampiri a New York" di Abel Ferrara o, addirittura, il Nosferatu che doveva rappresentare la guerra nell'omonimo capolavoro dell'Espressionismo tedesco firmato nel 1922 da F.W. Murnau. Tutti modelli affrontati – come pure "Il buio si avvicina" e "Ammazzavampiri" – per esplorare un'icona immortale non esente neppure da tracce di omosessualità . Basterebbe pensare a "True blood", serie destinata al piccolo schermo come pure "The vampire diaries", a differenza del già cult svedese "Lasciami entrare" di Tomas Alfredson, approdato nelle sale cinematografiche italiane all'inizio del 2009. E c'è spazio anche per il dimenticato "La vestale di Satana" di Harry Kà¼mel, per procedere fino all'arrivo di "30 giorni di buio", che ha restituito al pubblico i vampiri feroci e dark. Episodio 7: Storie di fantasmi La Jordan Ladd vista in "Cabin fever" dello stesso Roth e l'Haley Joel Osment di "The sixth sense – Il sesto senso" fanno parte dello stuolo di opinionisti pronti a dire la loro in questo episodio conclusivo, spaziante dal super classico in bianco e nero "Gli invasati" di Robert Wise al remake datato 2005 di "Amityville horror". Un escursus che, passando fugacemente per i lavori di William Castle e per "Dopo la vita" di John Hough, focalizza la propria attenzione soprattutto su "Poltergeist – Demoniache presenze" di Tobe Hooper, del quale vengono intervistati il protagonista Craig T. Nelson e il Martin Casella cui nel film si decomponeva in maniera raccapricciante il viso. Un escursus atto a suggerire che lo spirito di quest'ultimo classico del genere ghost story continua a vivere nel franchise "Insidious" e che, oltre a soffermarsi sul kubrickiano "Shining", ricorda come "Changeling" di Peter Medak sia stato il primo film a rendere realmente terrificante il suono di una palla che balza per le scale. Ma vi attende molto altro in "Eli Roth's History of horror", capace di deliziare tutti gli appassionati degni di questa classificazione grazie alla costante presenza di illustri ospiti del calibro di Robert Englund, Bruce Campbell, Quentin Tarantino, Steve Miner, Tom Savini e ancora... I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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