Dumbo

"Dumbo"

Conferenza con il regista Tim Burton.


di Francesco Lomuscio26 Marzo 2019



Distribuito da Disney, arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 28 Marzo 2019 “Dumbo”, rilettura live action dell’omonimo lungometraggio d’animazione risalente al 1941. Insieme allo svolazzante elefantino in digitale del titolo, protagonisti del film sono Colin Farrell, Michael Keaton, Eva Green, Danny DeVito e i piccoli Nico Parker e Finley Hobbins, mentre al timone di regia si trova Tim Burton, che ha incontrato a Roma la stampa in occasione dell’uscita italiana e che, a quanto pare, si trovò a dover scegliere tra realizzare il remake di “Dumbo” o de “Il gatto venuto dallo spazio”.


Come in molti altri film di Tim Burton, a colpire, di Dumbo, sono gli occhi...
Tim Burton: Poiché Dumbo è un personaggio che non parla, le emozioni dovevano essere trasmesse in maniera diversa, e per me la cosa migliore era andare alla ricerca di una cosa semplice, pura, in un mondo così caotico. Ci abbiamo lavorato molto.

Il film racconta, in un certo senso, il mondo dello show business...
Tim Burton: Sì, però non dimentichiamo che il film ha un lieto fine (ride).

Nel film vi è un chiaro appello al circo senza animali...
Tim Burton: Pur avendo girato un film sul circo, devo dire che io il circo non l’ho mai amato, perché i clown mi facevano terrore e non mi piaceva neppure vedere gli animali esibirsi. Faccio un’eccezione per cavalli e cani, che sembrano divertirsi. È chiaro che un animale selvatico non dovrebbe essere costretto a fare cose strane che sono al di là della sua natura. Per gli zoo, invece, c’è un discorso diverso, in quanto i bambini in quel caso possono imparare qualcosa su animali che altrimenti non potrebbero conoscere o, magari, è utile per specie che sono in pericolo di estinzione.

“Il più grande spettacolo del mondo” di Cecil B. DeMille rientra forse tra le fonti d’ispirazione per questo film?
Tim Burton: Possiamo definirlo come un circo biblico, perché abbiamo i dieci comandamenti, un po’ come in tutti i film di DeMille. Ma lo avete mai visto “Il circo degli orrori”? Quello è il mio preferito.

Al di là degli animali, nel film c’è molta componente umana. Come mai questa scelta?
Tim Burton: Nella sceneggiatura troviamo dei parallelismi tra la vicenda dei personaggi umani e Dumbo, perché vi è sempre questo senso di perdita e di assenza, dai bambini che hanno perso un genitore al personaggio di Farrell, che ha perso un braccio, il lavoro e la moglie. Quindi, abbiamo un po’ questo senso di spaesamento e, se vogliamo, questo è un bel parallelismo. E abbiamo la famiglia nelle sue più diverse e non tradizionali forme.

Nella biografia “Batman racconta Burton” è scritto “Io e la Disney non ci siamo mai capiti”. È cambiato qualcosa nel corso del tempo?
Tim Burton: La vita è così, in ogni famiglia c’è del buono e del non buono, non c’è nessuna polemica da fare. Voi potete affermare di aver sempre amato in tutto e per tutto la vostra famiglia (ride)?

Nel film quanto è stata effettivamente utilizzata la computer grafica?
Tim Burton: Era strano, perché avevamo a che fare con grandissimi attori. Per lo più si è trattato di ricostruire il set, con l’eccezione dell’uso del green screen per immagini riguardanti soprattutto il cielo. Per accentuare il senso di familiarità e agevolare gli attori, però, come già detto abbiamo voluto ricostruire il set. Quindi, tante cose che vedete di Dreamland sono state ricostruite, dal cancello alle tende.

Chi ha raccolto meglio l’eredità del personaggio di Batman, Christopher Nolan o Zack Snyder?
Tim Burton: Sono tutti grandi (ride). Comunque, mi ritengo molto fortunato ad aver potuto lavorare su Batman, che per l’epoca era una cosa nuova, che non era mai stata fatta prima. È chiaro che poi, negli anni, sia stato trasformato in qualcosa di diverso, di più grandi dimensioni.

Il cinema di Tim Burton, negli anni, è diventato sempre più digitale...
Tim Burton: È chiaro che le cose cambiano, abbiamo a disposizione nuovi strumenti, dal 3D ad altro. Io adoro la stop motion nei film d’animazione, mi mancano le tecniche di una volta. Continua ad essere presente in me la passione per la natura tattile del fare cinema e cerco di mantenerla.

Tra l’altro, Tim Burton riceverà il David di Donatello alla carriera insieme a Dario Argento...
Tim Burton: Io non ricevo tanti premi e questo è un riconoscimento a cui tengo in maniera particolare. Dario Argento, come pure Mario Bava e Federico Fellini, rientra tra le figure del cinema italiano che mi hanno sempre ispirato, insieme a qualche film di Ercole. Dario è uno straordinario regista e ha un negozio pazzesco qui a Roma.

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