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Solo mia
Tema delicato quello scelto dall'esordiente Balaguer per il suo primo lungometraggio: il maltrattamento che spesso, purtroppo ancora oggi, le donne subiscono all'interno delle mura domestiche. Angela (Paz Vega - Lucia y el sexo) fa la segretaria in uno studio grafico. Un giorno conosce Joaquin (Sergi Lopez - Lisboa), un pubblicitario di qualche anno più grande, con grandi ambizioni. Scocca subito l'amore e nel giro di qualche tempo i due si ritrovano sposati e con una bambina. La loro è una relazione felice e normale, anche se c'è qualche screzio che ogni tanto fa capolino. Col passare del tempo, però, le piccole liti quotidiane si trasformano in qualcosa di più grave: Joaquin entra in una spirale di violenza, che ad ogni minimo problema scarica sulla moglie. Come molte donne nella sua situazione, Angela è terrorizzata ma incapace di reagire, fino a che non incontra Alejandra (Elvira Minguez - Dias contados), la moglie di un collega di Joaquin, che le infonde coraggio e soprattutto le dà una possibilità di fuga da quella squallida realtà. Raccontato in maniera quasi frammentaria, usando spesso la tecnica del flash back, con atmosfere fosche, scenografie che vanno dal bianco e nero ai toni freddi del verde e del blu e musiche cupe, la pellicola si snoda in maniera poco convincente. Per quanto le vicende narrate possano toccare la sensibilità dello spettatore, esse non lo coinvolgono mai appieno in quanto non vengono mai approfondite, non viene mai mostrato un altro punto di vista. Per una questione così delicata una posizione decisamente qualunquista come è quella di Balaguer non mi sembra la migliore. Sicuramente il comportamento dell'uomo viene condannato, ma seguendo ragionamenti scontati e analisi psicologiche da quattro soldi. Tutta la vicenda legale, che pure in questi casi ha un'importanza primaria, passa in secondo piano. Non mi sembra plausibile che una donna maltrattata, umiliata, picchiata, quasi sfigurata decida di divorziare ma di non portare a conoscenza del giudice tutto ciò che ha subito, rischiando così di perdere non solo la causa di separazione ma anche quella di affidamento della propria figlia. Allo stesso modo mi sembra assurdo un finale che vede Angela spavalda e battagliera e Joaquin, quasi per una sorta di legge del contrappasso, condannato ad osservare tutto in modo passivo e remissivo.
Teresa Lavanga
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