Serenity
Siamo nel futuro: nell'universo la guerra civile si è conclusa con la repressione della libertà e con l'instaurazione di un regime: l'Alleanza, che governa facendo praticamente il lavaggio del cervello alle persone. In tali condizioni nascono focolai di ribelli che vivono ai margini della legalità e bande di selvaggi assassini, tra tutti questi troviamo l'equipaggio della Serenity, una scalcinata navicella da trasporto, formato da reduci della guerra civile che, essendone usciti sconfitti, ormai vivono di espedienti trasportando merci di dubbia provenienza da un pianeta all'altro.
Durante uno di questi viaggi si imbattono in due fratelli Simon e River, che fuggono dall'esercito dell'Alleanza che li insegue per riprendere la ragazza, dotata di poteri paranormali. Per renderla una invincibile arma bellica River è stata sottoposta a terribili esperimenti e perciò nasconde la verità sui metodi repressivi dell'Alleanza. Incorrendo in mille pericoli l'equipaggio e i due ragazzi riusciranno ad riportare un po' di giustizia nel mondo.
Serenity è un film scritto e diretto da Joss Whedon (il creatore del telefilm "Buffy l'ammazzavampiri"), tratto dalla serie televisiva Firefly ideata dallo stesso Whedon. E' un film che può definirsi un puzzle di situazioni, personaggi e battute già visti e sentiti in altri film: dalla giovane Rider che è un ibrido tra la Samara di "The Ring" (se non altro nella fisionomia) e la protagonista di "Resindent evil"; ai Reavers, i selvaggi cannibali che scuoiano e mangiano i loro simili, che paiono direttamente uscire da "Fantasmi da Marte", alla malandata Serenity che sembra un vago riferimento al Millennium Falcon di "Guerre Stellari", sempre da riparare e in dubbio sul pronto funzionamento, per non parlare degli esperimenti su Rider che fanno pensare a quelli sui mutanti di "X-men", ma le citazioni potrebbero continuare ancora in un campionario di film d'azione e fantascienza dell'ultima generazione.
Nonostante l'impressione di dejà vu e la trama un po' scontata: il bene vince sempre e l'amore trionfa anche se con qualche importante sacrificio, un barlume di impegno verso l'originalità ce lo fa scorgere l'uso di piani sequenza e lunghe panoramiche tra un effetto speciale fumettoso e l'altro.
Anche i personaggi, sebbene molto stereotipati, risultano simpatici e l'azione riesce a coinvolgere.
Un film che di certo non passerà alla storia, che non inventa assolutamente niente di nuovo ma che può riempire una serata simpaticamente.
La frase:
"In tempo di guerra non abbiamo mai lasciato un uomo a terra!".
"Forse è per questo che l'abbiamo persa…".
Ilaria Ferri
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