Rec
La troupe televisiva di un programma notturno è in visita alla sede dei pompieri per fare un servizio sul loro lavoro. Le riprese sono monotone e stanche per via della totale assenza di allarmi, fino a che non arriva la richiesta d'aiuto per una persona rimasta intrappolata in un appartamento. L'allarme non è serio ma per la giornalista e il suo operatore arriva finalmente il momento di salire sul mitico camion rosso. Quando arrivano sul luogo della chiamata quello che li aspetta non è certo quello che avevano immaginato.
Quando inizia il film nemmeno gli spettatori sono perfettamente consapevoli di quello che sta per accadere, ed è questa la caratteristica positiva di REC. Perchè in effetti, dalle prime riprese e dal tono concitato della giornalista/protagonista ci sembra di trovarci davanti all'ennesimo horror scontato e truculento che mira a creare emozioni di disgusto più che di terrore. Ma alla fine i cliché del genere fanno solo da cornice e al limite arricchiscono una regia perfettamente eseguita e sicuramente coinvolgente.
Le riprese sembrano fatte tutte da una stessa telecamera, quella dell'operatore, proprio come nel più famoso "The Blair Witch Project", di cui "REC" sembra il degno successore, e come nel citato cult il movimento della cinepresa ci permette di vedere i fatti come in prima persona, come se fossimo sul luogo degli eventi, obbligandoci a sentire lo stesso terrore che provano i personaggi.
Il ritmo è inizialmente lento e monotono quando la normale giornata all'interno della caserma è priva delle emozioni sperate. L'adrenalina inizia a scorrere quando i fatti diventano più intriganti (non scendiamo nei particolari per non rovinare la sorpresa!), e il ritmo incalza accompagnato da fughe trafelate ed urla disumane dei protagonisti inquadrati dall'obbiettivo che é il diretto proseguimento dei nostri occhi.
Balaguerò con "REC" riesce a portare il cinema horror spagnolo verso un livello più alto, imitando certo i maestri d'oltreoceano, ma apportando comunque un tono di originalità: miscela sapientemente i cliché e i temi di diversi stili del genere aggiunge quel tocco di umorismo che smorza la tensione, lasciando esterrefatto lo spettatore che alla fine del film, stanco e atterrito dalle troppe emozioni, riesce a malapena a estrapolare gli errori e le assurdità tipiche di questo genere di film, consciamente disseminate qua e là.
Un consiglio utile é quello di vederlo in lingua originale, perché l'accento spagnolo rende più coinvolgente e concitato il tono del film.

La frase: "Continueranno a dirci che è tutto ok?"

Monica Cabras

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