Placido Rizzotto
Quando si parla dell'Italia, in tutto il mondo, vengono in mente cose come la pasta, l'arte, la storia e inevitabilmente...la Mafia. Un triste primato, quello del Bel Paese, di aver portato nel nuovo mondo la corruzione e la criminalità organizzata che si sono espanse a macchia d'olio in tutto il globo. Ciò che però gli stranieri, e a volte anche gli italiani, si dimenticano è il coraggio e la determinazione di persone che hanno sacrificato tutto per cancellare quest'onta di disonore che ci portiamo dietro. Pasquale Rizzotto da Corleone era uno di questi. Negli anni delle lotte contadine Siciliane, dell'occupazione delle terre incolte, la mafia corleonese si distinse per la ferocia con cui represse il movimento sindacale bracciantile. Placido Rizzotto era uno dei più coraggiosi dirigenti sindacali della zona. Partigiano, segretario della locale Camera del Lavoro, ma soprattutto contadino che non vuole sottostare all'egemonia della "Famiglia". Pasquale Rizzotto, viene ucciso il 10 Marzo del 1948, i suoi resti vengono ritrovati soltanto un anno dopo in fondo ad una "ciacca". La sua morte è crocevia di storie di altri uomini che hanno avuto un ruolo importante nella storia della Mafia. L'allora capitano dei carabinieri che arrestò gli assassini di Rizzotto era il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l'Uomo che ha dato un'identità reale e forte alla Lotta Antimafia. Pio la Torre, all'epoca studente universitario, che sostituì Rizzotto alla guida dei contadini. Ed infine, Luciano Liggio l'assassino, che diverrà uno degli uomini più potenti di "Cosa Nostra". Tutte storie finite in tragedia. Questo film è stato dettato dalla necessità di raccontare la dignità umana e il coraggio di un uomo "comune", di uno dei tanti "militi ignoti".
Un film semplice ma potente, una ballata popolare che echeggia in tutte le lande di questa antica e orgogliosa penisola.
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