E' inutile che la gente si scandalizzi, è un film italiano, un film "povero" paragonato ai film americani; ma proprio per questo traspare, come in nessun altro film sul medioevo abbia mai visto, la mentalità medievale. L'amicizia fra i cavalieri è umana e autentica, chiunque vorrebbe vivere al livello a cui hanno imparato a vivere i protagonisti lungo la loro inchiesta. Proprio la loro ricerca, cambiando forma essa stessa alla stessa maniera in cui maturava la loro reciproca affezione, li cambia, facendoli diventare più autenticamente umani, più autenticamente se stessi.
Non è una mirabolante avventura da cinema hollywoodiano, non ha niente di eclatante, sovrumano; i protagonisti sono se stessi, la loro umanità con tutti i loro limiti che mettono in gioco, ma questo è l'unico vero eroismo, l'unica vera avventura, è la vita. E' questo che ne fa un film, se non bellissimo, se non perfetto, sicuramente autentico: la differenza che c'è tra l'eccelsa epica cinematografica americana, spesso non storica, quasi sempre roboante, e questo film è che i film rientranti nella prima categoria (non voglio generalizzare i film americani, non tutti sono così, fo per intendermi sullo stile) lasciano lo spettatore fuori, per quanto possano essere entusiamanti e coinvolgenti (anzi più sono entusiasmanti e coinvolgenti, è questo il dramma) non lasciano speranza di cambiamento nella realtà, lo spettatore può al massimo sognare, estraniarsi dalla realtà, ma non potrà vivere quelle cose nel suo quotidiano.In questo film i protagonisti per la loro autentica umanità si possono sentire vicini, affini, corrispondenti: si desidera poter essere amici in quella maniera lì, vivere la realtà con quella attenzione alle cose, con quell'amore al reale.
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