E' il primo film americano di polanski, chiamato da william castle, regista producer di piccoli (e in genere) brutti film di terrore. gli affida un romanzetto di ira levin, da cui polanski trae un gioiello in cui mostra come l'irrazionale sia tuttora presente nel cuore stesso dell'america, cioè di new york, come il male e il diavolo siano ancora tra gli americani.
"il film dell'orrore dell'era watergate" è messo in scena da polanski con sobrietà, rinunciando del tutto agli effetti speciali consueti per il genere. rosemary's baby è considerato a tutt'oogi il suo film migliore, l'unico completamente in grado di reinterpretare la lezione hitchcokiana in chiave personale e in rapporto al clima della società. su un realismo descrittivo di fondo, polanski innesta progressivamente un'angoscia surreale, tanto fantastica quanto inquietante, resa più intensa dall'umorismo beffardo, dalle acute osservazioni psicologiche e da un senso di ambiguità diffusa e persistente.
colpevole di aver generato un filone cinematografico popolato di demoni, rosemary's baby è certamente un'operazione commerciale riuscita, alla quale quella mescolanza di humor nero, di propensione al magico, di capacità nel concentrare l'angoscia in fatti apparentemente normali e banali, che sono dati peculiari di polanski, i cui avvenimenti privati confermano perlomeno una fragilità psichica deviante, procurano un certificato artistico di prim'ordine.
ben sorretto anche da una recitazione realistica di mia farrow e john cassavetes, che si deforma nel ghigno dell'irreale solo verso la fine, la pellicola è una versione moderna della leggenda dell'anticristo.
Nonostante l'abbia apprezzato abbastanza, e nonostante abbia sempre immaginato questo film paurosissimo, alcune scene invece mi hanno fatto venire il coccolino del sonno, forse xchè è un film datato, ma poi ragionandoci sopra non è nemmeno per questo, xchè i film di hitchcock,ad esempio, che sono datati ,sono mille volte più inquietanti e paurosi di questo. Forse è solo un film un pò troppo lento. In alcuni tratti l'ho trovato confuso. Comunque bravissima Mia Farrow e bellissima con quello strategico taglio di capelli alla maschietta e quei leggiadri vestitini anni settanta. Diciamo che il film rappresenta il lento decorso delle forze del Male che progressivamente si impossessano della Normalità e prendono il sopravvento su di essa. Anche la protagonista in un certo modo, ne rimane incatenata (attratta ?) e verso la fine, suo malgrado, le accetta consapevolmente.
Gran film che inseguivo da quarant'anni (quando uscì nelle sale, non avevo l'età per vederlo, dato che era vietato). Giustamente considerato il capolavoro dell'horror, e, secondo me, l'antesignano dell'Esorcista e dei vari films sull'Anticristo. Eccezionale la regia di Polanski che cura con pignoleria ogni dettaglio. Stupenda la recitazione di Mia Farrow. Un film per niente banale, che analizza le perversioni della società contemporanea. Però il finale mi ha fatto venire in mente il famoso proverbio napoletano che riporto nel titolo di questa opinione.
una commedia che da sul drammatico,ma di horror neanche l'ombra...
film piacevole ottimo cast,ma null'altro...
oscar a Minnie come atttrice non protagonista.
per me horror è l'esorcista su tutti,poi the six sense...
e la serie dell'anticristo...
I film di Polanski, in genere, mi piacciono moltissimo. Probabilmente con questo film, targato 1968, raggiunge l'apogeo della cinematografia tutta. La trama del film è semplice, lo sviluppo del film è cadenzato da pause sublimi, il mistero che pur essendo estremamente fitto si svela lentamente, molto lentamente, come una vecchia pellicola b/n messa da parte che pian piano si palesa.Mia Farrow è grande in tutto il film è porta dentro sé tutte le angosce di una gravidanza che trasmette allo spettatore in modo totale. Insomma questo non è solo un film è una pietra miliare nella storia del cinema. Questo è cinema! Grande capolavoro!!!