Se si potesse attribuire un difetto che universalmente, colpisce quasi tutti i film biografici, è la freddezza con cui si raccontano le vite di importanti figure storiche, analizzando nel dettaglio le loro azioni in ambito politico e storico. Tutto ciò non può che causare un effettivo distacco dalla vita personale dei protagonisti, a scapito quindi di un'analisi più intima del personaggio, capace di creare quella sintonia necessaria allo spettatore per affezionarsi al personaggio. Per comprendere i vari "perchè", di tante decisioni (discutibili) intraprese da un politico, piuttosto che da un direttore dell' FBI, credo sia necessaria una ricerca approfondita sulla vita intima e spirituale dell'uomo stesso. Ed è cio che Clint Eastwood fa con J.Edgar. Il film potremmo tranquillamente dividerlo in due parti; nella prima metà, Eastwood analizza con scrupolosa attenzione le dinamiche politiche e sociali dell'America del proibizionismo. Un America minacciata prima dai comunisti e in seguito dalla criminalità organizzata. L'attenzione del regista si focalizza sulle ossessioni di Hoover; il quale intraprende una vera caccia alle streghe contro l'ideologia comunista, e alle organizzazioni che ne derivano. "Il comunismo, in quanto minaccia per il nostro Paese, rappresenta il crimine più grave", citando una delle tente frasi ideologiche espresse dal protagonista, magistralmente interpretato da Leonardo DiCaprio. Proprio quest'ultimo, in virtù del suo talento, conferisce ad Hoover un'anima, che traspare specialmente nella seconda parte del film. La dove Eastwood, con la sua consueta discrezione, esplora la vita più intima di questo controverso personaggio. La presunta(?) omosessualità con il suo braccio destro viene raccontata con una delicatezza incredibilmente commovente. In questa seconda metà, avremo la possibilità di conoscere il suo lato più umano e debole. Ed questo fattore è il vero punto di forza del film. Un film che avrebbe potuto tranquillamente conservare dei toni più violenti e dediti all'azione, e che invece si concentra sui sentimenti, umanizzando un personaggio che definirei giurassico, certamente anacronistico per il periodo che lo vide morire. Un'America divenuta troppo grande e potente anche per un uomo del suo stampo. Un film bellissimo, capace di toccare le corde emotive. Dopo Changeling, Clint ritorna con una vera perla. Un tassello importante per il cinema contemporaneo e per il cinema del futuro.
bellissimo film ,il grandissimo Di Caprio è immenso in questo ruolo
si sofferma più sulla analisi della natura di quell'individuo ambiguo e misterioso che è stato uno degli uomini più potenti ed incisivi della storia che sui fatti storici ma promuovo a pieni voti
Un film davvero ben fatto;il vero problema è che non è stato compreso adeguatamente dato la scarsa conoscenza in Italia di uno dei personaggi più controversi della storia Americana.
Il film riesce con grande capacità(Clint non lo scopriamo certo oggi)a raccontare la storia di un uomo che ha trascorso tutta la vita ossessionato dalla sicurezza degli Usa(dalla lotta ai radicali comunisti ai gangster degli anni 30-40),ma anche a far luce sulla vita privata di Edgar interamente trascorsa assieme al suo inseparabile amico e collega di lavoro e soprattutto senza una donna(il che ha alimentato molte voci circa il suo orientamento sessuale).Merita assolutamente di essere visto e non posso non citare la sontuosa interpretazione del solito Di Caprio.
Un consiglio:Prima di vedere il film prendete qualche informazione sul personaggio.
Grande film. Racconta in maniera impeccabile e completa un personaggio con tutte le sue sfacettature, contraddizioni e zone d'ombra. Leggevo qui di valutazione di due e tre. Mi pareva impossibile. E infatti per l'ennesima volta Clint Eastwood sfodera una prova solida, sapiente, a tratti commovente. Un'altra perla.