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A Dangerous Method

Opinioni presenti: 20
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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una limitata ricostruzione storica

(4/10) Voto 4di 10

il film ricostruisce alcuni eventi della storia professionale di Jung e Freud e di una presunta relazione di Freud con una sua paziente che diventera’ poi uno specialista di psicoanalisi come i due. al di la’ della valutazione sulla accuratezza della ricostruzione dei fatti, il film resta debole nella presa sullo spettatore. sembrerebbe che il film voglia essenzialmente limitarsi alla ricostruzione storica di alcuni eventi; che abbia rinunciato a comunicare veramente allo spettatore, cioe’ con un impatto emotivo convincente, qualcuna delle formidabili intuizioni della psicoanalisi. ma una semplice ricorstuzione documentaristica, per quanto interessante, probabilmente non puo’ che deludere le aspettative di uno spettatore di un film su Freud e Jung. e cosi’ sembra essere.



Cesidio, 57 anni, Roma (RM).




a tavola buona educazione

(5/10) Voto 5di 10

un'impresa lodevole e forse impossibile quella di raccontare personaggi così grandi e difficili, quindi secondo me non pienamente riuscita. Un tentativo onesto, nulla di più. Fuori parte la Knightley, troppo poco sensuale, troppo stereotipata nella recitazione, tanto da non rendere credibile un tale trasporto amoroso da parte di Jung. Insomma un compito da svolgere con qualche difficoltà e qualche manchevolezza. ... e poi , a tavola, Jung comincia a mangiare mentre Freud ha ancora il piatto vuoto! Non poteva mai succedere !



sandra, 56 anni, modestaprovincia (AP).




Finalmente una protagonista femminile ai primordi della psicoanalisi

(8/10) Voto 8di 10

Ho visto "A dangerous method" ieri dalle 19.40 alle 21.40; specifico tali orari per chi ritiene che l'apprezzamento d'un film dipenda in parte dalla stanchezza dello spettatore.Eravamo circa 10 tra cui - presumo - degli studenti di Psicologia; non mi spiego altrimenti perchè ragazzi di meno di 20 anni scelgano un film così complesso.Ho scelto tale film in quanto avevo già visto il bellissimo "Prendimi l'anima" di Faenza, in cui il rapporto tra Jung e Sabine ha sfumature diverse rispetto a quanto mostrato in "A dangerous method" o raccontato in "Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud" di Aldo Carotenuto, opera in cui il grande psicoanalista rivelò: (…) un episodio estremamente significativo della storia del movimento psicoanalitico, un episodio che è al tempo stesso una vicenda umana complessa e appassionante in cui si intrecciano una guarigione analitica, un'avventura spirituale, l'esplosione di un amore impossibile, la nascita di alcune grandi idee del nostro secolo, tutto all'interno di un triangolo i cui vertici simmetrici sono costituiti da Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein; triangolo rimasto completamente sconosciuto fino all'avventurosa scoperta di un fascio di documenti contenente, oltre al diario segreto di Sabina, le lettere che per più di dieci anni si scambiarono i tre protagonisti." (www.centrostudipsicologiaeletteratura.org) Ho finito da poco "Una vita per i nostri tempi", la biografia di Freud di Peter Gay, e ho letto "Ricordi Sogni Riflessioni" di C. G. Jung; a mio avviso il film è realistico e molto bello.I personaggi sono ben calati nei ruoli: Mortensen interpreta alla grande un Freud che fuma sempre il sigaro, come nella realtà, mentre riflette su quanto gli esprimono Jung e poi Sabine ed espone i propri pareri senza mai perdere quel ruolo di “padre della psicoanalisi” che gli alienerà la stima di Jung, il quale vorrebbe misurare con lui da pari a pari.Keira si destreggia con impegno tra il ruolo d’isterica – “troppe smorfie” ha scritto qualcuno che forse non ha frequentato un reparto psichiatrico femminile - e quello di una donna affascinante e intelligente, che si laurea in medicina e si specializza in psichiatria in tempi in cui le donne accedevano di rado all'Università, e che riesce a conquistare l’Uomo che ama.Michael Fassbender interpreta molto bene Jung e rende anche l’idea del “personaggio ariano”, come lo definisce Freud quando fa notare a Sabine che la psicoanalisi è portata avanti da ebrei: bello, dai grandi occhi azzurri e il fisico snello.Il film cura molto i dettagli degli studi dei due psicoanalisti: appaiono i reperti archeologici amati da Freud, il celebre divano rosso, l'indirizzo n°19 della BergGasse. Emerge luminosa la figura della Signora Jung, una donna innamorata che dona al consorte dei figli ed è capace di chiamare Sabine quando il consorte, dopo la fine del rapporto con Freud e Sabine stessa non dorme più.Aspetto il DVD per vedere il film in tedesco.



Margot, 52 anni, Roma (RM).




Valido ma freddo

(8/10) Voto 8di 10

La sceneggiatura e Mortensen ottimi , Knightley effettivamente esagera nella rappresentazione dell'isteria...freddo per i non addetti ai lavori proprio perchè storicamente e scientificamente fondato



Daniela, 50 anni, Brescia.




Intenso

(8/10) Voto 8di 10

Non ho l'autorità nè le competenze per addentrarmi più di tanto nei contenuti della psicoanalisi, quindi parlo semplicemente del film. Sinceramente tutte queste critiche alla Knighlty non le capisco, io l'ho trovata assolutamente perfetta nella parte. Anche Freud e Jung sono stati interpretati magistralmente dai due attori, Michael Fassbender mi piace sempre moltissimo, anche se Jung avrebbe potuto essere rappresentato con tratti più decisi: in questo film rischia di sembrare un po' debole, specialmente nella gestione dei suoi rapporti personali. Bellissimi i dialoghi fra i due psichiatri.



Chiara, 45 anni, Venaria (TO).





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