02 Settembre 2011 - Conferenza
"A Dangerous Method"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

In occasione della Sessantottesima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il regista David Cronenberg è approdato al lido, affiancato dal cast, per presentare la sua ultima fatica: "A dangerous method".

Ci potete parlare della ricerca storica fatta per il film?
David Cronenberg: Per fortuna abbiamo a disposizione un sacco di lettere, quindi il carteggio tra i protagonisti della storia è ricchissimo. Basti pensare che all'epoca a Vienna la posta veniva consegnata più volte al giorno, alle lettere veniva risposto immediatamente e i personaggi facevano continui riferimenti alle missive precedenti. Tutto questo materiale è divenuto la base della sceneggiatura.
Michael Fassbende: : Io non ho fatto nessuna ricerca, perché la sceneggiatura era talmente densa che mi sono concentrato su quella. In più ho preso un libro per bambini, un bignami delle teorie di Jung, dove ho trovato tutto quello che mi serviva.
Keira Knightley: Personalmente, per prepararmi ho letto una pila di libri di Jung, la sua biografia e i lavori di Sabina.

Keira Knightley interpreta molti film in costume; non si sente un po' intrappolata in questa tipologia di personaggi?
Keira Knightley: E' vero, faccio tanti film in costume, non so il perché, ma io li amo. Fa parte del mio lavoro.

Quale è stata la sfida principale nel recitare personaggi così leggendari? Eravate preoccupati al pensiero di una simile responsabilità?
Viggo Mortensen: Quando si interpreta una figura storica si ha l'idea di fare una cosa molto importante. Probabilmente, è più difficile creare un personaggio già noto, la libertà è ridotta, perciò ci siamo affidati a David. Lui ha saputo gestire bene la cosa focalizzandosi sui rapporti tra i personaggi e mantenendo l'umorismo che trapela dalle loro diverse visioni. Lavorando al film abbiamo scoperto che le posizioni intellettuali di Freud e Jung non erano poi così diverse; i due si sono allontanati per piccoli dissidi.
Michael Fassbender: Io ero terrificato.

Dopo "Spider", il modo di fare cinema di David Cronenberg sembra essere cambiato…
David Cronenberg: Dunque, questo è il sessantottesimo Festival di Venezia, io ho sessantotto anni e, guarda caso, l'apertura è stata rappresentata da "Le idi di Marzo", ovvero il mio compleanno (ride). Comunque, ora non riprendo molto come una volta e faccio un montaggio più veloce, ma il mio principio di base è sempre quello di dare al film ciò di cui necessita.

Come è stato lavorare sul passato?
David Cronenberg: Beh, non è la prima volta che realizzo un film in costume, perché ho fatto "Il pasto nudo", "M Butterfly" e "Spider", ed è molto bello perché è una sfida. Molti attori non riescono a catapultarsi nel passato, mentre altri, come Keira, sono bravissimi nel farlo. Del resto, anche il sistema nervoso degli antichi era diverso dal nostro.

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