Un film che va a fondo, tralasciando completamente la superficie. Di primo impatto ho pensato che i personaggi fossero freddi e privi di qualsiasi nota romantica (che avrebbe sviato lo spettatore dalla loro reale natura). In verità ci si rende conto presto che questi personaggi non hanno bisogno di fronzoli, di paroline dolci e di dettagli teneri. Sono personaggi in perenne ricerca di qualcosa, che non si adagiano nemmeno nell'amore e non fermano mai la loro sete di conoscienza. L'amore tra due personaggi di questo tipo è sicuramente un amore potente e profondo, ma non è fine a se stesso, non cade mai nell'abitudine. Si coglie quindi alla perfezione il grande amore che hanno vissuto Jung e la Spielrein, entrambi si sono messi in gioco, perchè per nessuno dei due era solo sesso o solo amore; era scoperta, conoscenza di loro stessi.
Michael Fassbender, già notato nel magnifico Hunger, da prova di grande capacità interpretativa. Sono in pochi gli attori che riescono a passare da uno dei 300 guerrieri di Re Leonida, al freddo e posato medico svizzero Carl Gustav Jung ed essere in entrambi i casi, oltre che credibili, emozionanti. Keira Knightley che apprezzo moltissimo e da sempre, pecca solamente nella mancata scissione espressiva dei momenti in cui stava male e in preda a crisi e quelli in cui viveva la sua storia d'amore con il suo medico; c'era sempre un velo d'isteria sul suo volto.
In conclusione mi sento di dire che questo film sia sicuramente un capolavoro e che fornisca la chiave di lettura a quasi tutto il lavoro di Cronenberg, meraviglioso e complesso.
Le probabilità che quest'opera venisse storpiata da un racconto faragginoso erano alte. La psicanali offere tantissimi spunti di riflessione, e sarebbe stato troppo esigere di approfondirli tutti. Avremmo visto un film approssimativo ed incapace di focalizzarsi sui punti cardini del tema trattato. Cronenberg decide invece di raccontare un episodio specifico della vita di Carl Jung e Sigmund Freud. E lo fa sviluppando un prodotto raffinato; elegante nella regia e profondamente classico nella fotografia. Un film ricco di cultura, e di aneddoti, che scaturiscono dai lunghi dibattiti tra i due protagonisti. Il film non è il racconto di un epoca. Si limita a spiegare la psicoanalisi così come la concepivano Freud e Jung, attraverso il caso clinico più controverso a cui entrambi avevano assistito, che cambiò radicalmente le loro vite. Ottime le interpretazioni dei protagonisti. Voto più che positivo.
Film molto bello ma contemporaneamente molto pesante, cioè da non vedere se si è stanchi oppure non ci si vuole impegnare tanto. La trama è interessante i dialoghi tra i due dottori sono molto belli ma difficili da capire se non si conoscono bene i personaggi specialmente Freud.L'interpretazione dei personaggi è ottima da parte di tutti però il personaggio meglio interpretato è quello che si vede di meno cioè Otto Gross alias Vincent Cassel.
Voto 7,5 (8 per eccesso).
Non ho l'autorità nè le competenze per addentrarmi più di tanto nei contenuti della psicoanalisi, quindi parlo semplicemente del film. Sinceramente tutte queste critiche alla Knighlty non le capisco, io l'ho trovata assolutamente perfetta nella parte. Anche Freud e Jung sono stati interpretati magistralmente dai due attori, Michael Fassbender mi piace sempre moltissimo, anche se Jung avrebbe potuto essere rappresentato con tratti più decisi: in questo film rischia di sembrare un po' debole, specialmente nella gestione dei suoi rapporti personali. Bellissimi i dialoghi fra i due psichiatri.