Il genio di Allen si incontra sempre nei suoi film, può capitare che sia in una sola singola frase o, qualche volta, nell'interezza del film. Quel che è sicuro è che si riconosce il tocco, unico ed inconfondibile. Dispiace a me, che lo adoro, dover dire però che in questo suo ultimo lavoro ha deluso l'impianto narrativo e i quasi inesistenti dialoghi brillanti: la storia non "spicca mai il volo" e a tratti è leggermente noiosa. Woody affronta ciò che da sempre ama affrontare nei propri film cioè i rapporti di coppia, l'amore, il tradimento, il senso della vita e la condizione umana in generale: purtroppo per lui, questa volta suscita pochi interrogativi nello spettatore poichè, forse per paura di dire troppo, dice poco o niente. Non si può essere sempre al top! Peccato! Gli attori promettevano bene! Questo è uno dei film candidati per l'"Accademia dei Sopravvalutati"... A buon intenditor!
W. Allen ci costringe ancora a riflettere sul senso della vita.
Lo fa a suo modo, con ritmo e ironia, alleggerendo le situazioni drammatiche e mettendo a nudo l'essere umano e le sue fragilità.
Rappresentazione a tratti impietosa delle vecchie nevrosi e dei nuovi idoli, del vivere nella non ricerca e nel rifiuto della verità ("la verità non è bellezza").
I personaggi conducono un'esistenza desiderata e immaginata dove l'unica mediazione con la realtà è rappresentata dal denaro: Helena paga una ciarlatana per sentirsi dire ciò che la fa star bene, Alfie si "compra" una moglie giovane.
Meglio non guardare dentro di sé e illudersi, invece, che ci sia qualcosa che possa essere per sempre. Ben vengano,allora, le teorie platoniche e schopenaueriane della transmigrazione dell'anima.
Meglio rimanere giovani, muscolosi, abbronzati.
Perchè lavorare su se stessi? E' meno faticoso far accostare Charmaine al teatro di Ibsen e cullarsi nella speranza che l'altro cambi, invece di accettarlo per quello che è.
Si ha paura del "perchè mi sento così se sto per sposarmi?" pronunciato da Dia. Benvenuti nel mondo reale.
La vita è davvero "tanto rumore e furore per nulla"?
A giudicare dall'ossessione nel riproporre il tema, la risposta del regista è tutt'altro che scontata. E la nostra?
Volgo dei cinepanettoni, accoliti dell'aperitivo, sacerdoti delle griffes, adoratori delle comodità e frequentatori dei centri benessere, fate sentire la vostra voce: basta con questi film tristi e deprimenti.
Il film non è un capolavoro, non è originale nelle tematiche (quale film che non sia fantascientifico è originale?) ma è vedibile. Woody Allen riesce a rendere la banalità e l'ovvietà ancora più reale.
Le storie dei protagonisti sono molto verosimili, eppure quanta gente continua a vivere queste esperienze sperando in un finale diverso?
Allen,ancora una volta, mette il punto al punto giusto, spegnendo quelle illusioni che rendono la vita di molti uomini ancora più patetiche di quanto già non lo siano.
Voto 6,5.
il film a mio parere non è più che sufficiente. La storia nel complesso è gradevole, i soliti personaggi (anche un pò troppo stereotipati) con una punta di cinismo e pessimismo che si contraddistiguono nei film di Allen ci sono, però manca di originalità, possibile che Allen ricrei sempre le stesse situazioni ed affronti sempre gli stessi temi? Non suscita emozioni, forse solo qualche breve riflessione...ma "Match Point" o "Basta che funzioni" sono lontani anni luce...