Videocracy è un documentario prodotto per un pubblico straniero che, senza dubbio, non è a conoscenza di tutto ciò che viene in esso raccontato ed avrà sicuramente modo di scandalizzarsi. Noi italiani, invece, sappiamo già tutto dello strapotere mediatico del premier, della sua amicizia con 'Il Re degli inutili' Lele Mora ecc. L'opera non è eccelsa, soprattutto nella parte dedicata a Corona, quasi uno spot per questo palestrato mangiasoldi, per il resto aiuta ad ancor più rendersi conto in quale vuoto culturale e politico l'Italia si sia infilata. Poteva esser fatto molto meglio, ma nel complesso Videocracy non è da buttare, sarà un valido documento per i posteri e per chi, tra cent'anni, vorrà sapere chi governò il Belpaese in uno dei suoi momenti più bui dal dopoguerra.
Da prima oppositrice della videocrazia e del degrado culturale degli ultimi 10 anni, mi aspettavo molto di più da questo documentario. La tematica è certamente importante e interessante, se sviluppata in modo creativo e completo. La pellicola, tuttavia, è eccessivamente lenta, poco articolata, poco ispirata, piatta e non "insegna" granché. Forse Sabina Guzzanti sarebbe all'altezza di creare un documentario del genere, visti i precedenti. Gandini, invece, non ne è stato all'altezza, o forse non si è applicato a sufficienza.
Direi che sappiamo tutto e tutto e già stato scritto e detto, però si capisce che questo prodotto è stato destinato al mercato estero. Un mega spot per Corona&CO? Non direi, o perlomeno diamo atto al regista che non prende posizione ma ci mostra le miserie e le brutture (sottolineate anche dalla colonna sonora cupa ed inquietante) dello show-business nostrano. Tristissima la selezione delle veline fatta in un centro commerciale e i due "boys" che affiancano Corona durante doccia e depilazione...Allucinante, voto 7.
vivo in Inghilterra ed ho avuto modo di vedere questo documentario qui. quando hanno detto che la Carfagna, Ministro delle Pari Opportunità, era stata una valletta, gli inglesi si sono sbellicati dalle risate. io volevo tirare una testata nel muro. certo che a noi italiani non dice niente di nuovo, noi ci siamo dentro. è un documentario nato per spiegare all'estero che da noi televisione-politica-società sono intrecciati in una spirale senza fine e che, ahinoi, tira al basso.