Forse molti dimenticano che questa pellicola è di produzione svedese e non italiana, aspetto fondamentale per giudicare "Videocracy". A noi italiani non dice nulla ma proprio nulla di nuovo, anche se molti italiani da quell'orecchio continuano a non volerci sentire, viceversa per uno straniero il film può risultare interessante. Lo reputo un buon film-documento anche se, come per tutti i film del genere (da "Viva Zapater" a "Farenheit 11/9 e via dicendo) la sostanza è sempre la stessa: il messaggio viene recepito solo da chi già ne è a conoscenza con consapevolezza e quindi non avrebbe bisogno di vedere il film, mentre viene respinto e non recepito da chi non ne è a conoscenza.
cioè che lui con un film che avrei potuto fare pure io con un banalissimo programma x pc e senza dare nessuna informazione che non tutti gli italiani già conoscono, è riuscito ad uscire al cinema e addirittura ad essere censurato!!!! Grazie infatti alla censura molte persone hanno voluto vedere questo film (io incluso).
Sei come Corona: rubi per dare a te! A me mi hai rubato il tempo!
Ottimo documentario.
il regista non analizza e non commenta ma fa "parlare" le immagini: la volgarità, l'osceno, l'ordinario, il turpe, il popolare, il mediocre, il cafone, l'indecenza e il degrado in cui questo paese è "volutamente" piombato e in cui vuole rimanere. l'italiano grazie a questa "produzione", televisiva prima e politica poi, si distrae, si sollazza, si trastulla, si "disattiva", si rassegna, si "addormenta" e lascia al sistema carta bianca...
.... e se quella carta si infanga, si macchia, si inzuppa di liquame?
che importa, quel che conta è l'immagine!