Bologna 1954 taddeo giovane diciottene vive con la madre è il nonno sogna di poter diventare un frequentatore del bar margherita.Procuratosi una macchina inizia a diventare autista per Al nelle visite notturne a nigh culb esedra,poi conosce anche bep che non si toglie mai i guanti perchè il padre gli a promesso una porsche,franc che a ricevuto un invito al festival di sanremo,manuelo ninfomane che commercia auto rubate ma anche pus,mentos,zanchi è sarti.Tutti questi personaggi diversi tra loro anno in comune soltanto il bar che frequentano e sono interpretati da diego abbatantuono,fabio de luigi,luigi lo cascio,neri marcorè,pierpaolo zizi,gianni ippoliti e claudio botosso.pupi avati dirige nel suo ultimo lavoro una commedia leggera dai toni nostalgici che diverte e de piacevole da vedere se si prende per quello che è!
Lo sguardo compiaciuto e nostalgico del regista è onnipresente nel film: è la rappresentazione auto celebrativa di un’epoca passata, di una gioventù sfuggita e irraggiungibile se non nel ricordo personale, è un moto egoistico e poco condivisibile col pubblico, sembrerebbe un monologo, un viaggio solitario nei propri ricordi di ragazzo . Qualcuno più semplicemente direbbe che il regista e sceneggiatore “se la canta, se la suona e se la balla” tutto nel suo baretto sotto casa ( “Il Bar Margherita “è l’elemento centrale e autobiografico insieme allo spirito maschilista che vi governava negli anni ’50 nient’affatto diverso da quello di un qualsiasi bar di periferia odierno); in effetti c’è poco altro da aggiungere ad un detto così popolare e altrettanto veritiero. Bisognerà rivedere il concetto di cinema come linguaggio universale, come interpretazione sublimata della realtà senza limiti spazio-temporali, opera pubblica , opera d’arte, mediazione? Cosa diventa il cinema quando si taglia un abito su misura per se stesso? Un vestito per un'unica cerimonia, per un'unica occasione, quella che celebra l'individualismo di chi lo confeziona.