Forse Marisa non è una Baglioniana!!
Eccezionale vedere il film e sentire quelle musiche che ci hanno accompagnato e ci accompagnano ancora.... sentirle cantare e suonare dai ragazzi di oggi.... tornare indietro nel tempo e rivedere la propria infanzia, il proprio primo amore, la partenza per il militare... rivedere la propria vita passata: bei tempi, riportati in auge solo con un film....
Grazie Claudio, grazie a tutti....
Questo piccolo grande amore. Cancelliamo tutte le parole e lasciamo” piccolo”. Sì , è un film “piccolo”, che non è cresciuto, è immaturo, acerbo. Voleva celebrare l’amore e poteva farlo rivalutandone la sua essenza dentro la cornice della musica di Baglioni ( quella che negli anni settanta aveva il potere di “sciogliere anche le nevi perenni”)ma non ci è riuscito. Poteva e doveva essere un manifesto d’amore per i ragazzi anni duemila, quelli che si fidanzano e sfidanzano su face-book, che si mettono insieme con poche parole digitate sulla tastiera, che si scambiano qualche foto e poi si lasciano con messaggi di poche battute, ricchi di neologismi incomprensibili e privi anche solo di patetico sentimentalismo, tutto ciò senza aver provato il brivido di un primo incontro né la poesia di un addio “occhi negli occhi”.
L’atmosfera anni ’70 in cui si muovono i protagonisti, é un ingrediente fasullo ,un aroma artificiale, poco credibile anche a chi quegli anni non li ha vissuti ( certamente non poteva bastare una chitarra, una coroncina di fiori tra i capelli e i pantaloni a zampa per rievocare un’epoca così rivoluzionaria e nemmeno le coreografie stile “Hair” ce la fanno a smuovere gli animi. "On the road" è l’enciclopedia di quegli anni ma qui non è stato letto nemmeno un Bignami).
E veniamo a due innamorati: Andrea e Giulia. Entrambi sono innamorati dell’amore, hanno appena (in ritardo rispetto alla moda del tempo) scoperto l’ebbrezza dell’innamoramento, quel sentimento che ti “fa cadere”, che ti “trascina giù” e ne sono inebriati, affascinati, compiaciuti; ma questo loro intimo stato non trapassa lo schermo , non si respira neppure attraverso i bellissimi primi piani che li ritraggono in momenti passionali ma in realtà non c’è passione, né attrazione tra i due perché appunto ognuno è intento a gustare la dolcezza dell’innamoramento, di quello stato di grazia che colora la vita. Di questo status ne fanno il motivo per le prime ribellioni familiari, per contrapporsi agli adulti, il motivo per tradire le amicizie infantili, scombinare i piani futuri, per crescere. Finite queste operazioni , i due si ritrovano adulti ciascuno già su una propria strada, svanisce anche l’amore che era fine a se stesso ed era stato solo una piacevole ma dolorosa tappa del loro percorso adolescenziale.
Come sprecare un bel titolo e una bella canzone. Qui mancano gli sceneggiatori, gli attori e i produttori. Film con imbarazzante ricostruzione d'epoca a budget basso, battute piene di umorismo involontario ed attori da soap opera. Il produttore Pecorelli stavolta, dopo il capolavoro di notte prima degli esami, sbaglia di brutto il tiro.
Mah! Non dico che sia un capolavoro...però a rileggere certe stroncature, compresa LA "recensione" sembra di rileggere e risentire quello che dicevano e ridicevano di Baglioni negli anni '70... E chi c'era capisce a cosa mi riferisco. Poi la storia dell'impegno, del rappresentare la complessità di quegli anni... ma che c'entra... forse non era proprio l'obiettivo né della canzone, né dell'LP, né del film! Certo un pò didascalico, ma proprio per questo, per la deliziosa interpretazione acerba e spontanea dei due attori protagonisti, per la cornice "fedele" all'atmosfera che si respirava nel disco...non mi sono affatto alzato deluso.
Secondo me la forza del film è nelle immagini, nella
poesia e nelle musiche.
E' pur vero che taluni dialoghi tra i due protagonisti
possano risultare banali in quanto, a volte, trasposizioni identiche dell'omonimo album del 1972
(non sempre l'efficacia dei testi in una canzone
poi funziona trasposta in un film).
Comunque sia, per me, complessivamente è un buon film e credo possa anche far molto piacere a tutti quelli che hanno vissuto realmente le ambientazioni del film (periferie romane dei primi anni 70) in quanto
la ricostruzione dell'epoca è veramente riuscita.