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Sanguepazzo

Opinioni presenti: 8
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Il cinema al risparmio

(1/10) Voto 1di 10

Un film tremendamente brutto. Privo di un coinvolgente ed efficace richiamo al contesto storico, pessima fotografia, pessima sceneggiatura e pessimo cast (ad esclusione di Lo Cascio, s'intende). Si dice che Marco Tullio Giordana abbia aspettato trent'anni prima di realizzare questo film perchè nessuno intendeva finanziarlo e credo proprio che quel qualcuno abbia avuto ragione; purtroppo il risultato è stato che il regista ha dovuto ripiegare su attori meno che mediocri per spendere il meno possibile e che molti suoi ammiratori, me compresa, ora siano di un altro avviso. Tra i voti possibili non è contemplato lo zero: sarebbe stato d'uopo.



Claudia, 30 anni, Bologna (BO).




Poteva uscirne fuori un capolavoro, e invece...

(6/10) Voto 6di 10

"Sanguepazzo" racconta la storia d'amore e di vita di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, attori e divi del "cinema dei telefoni bianchi", in voga soprattutto tra gli anni '30 e gli anni '40, particolarmente nell'Italia del Fascismo. Una relazione, la loro, difficile e tormentata. La trama del film è di per sé molto interessante ed allettante, e lo diventa ancora di più per i due sfondi in cui la storia inevitabilmente si sviluppa e si interseca: il Fascismo ed il cinema. Anche per questo la pellicola è allo stesso tempo un melodramma (vedi la storia d'amore tormentata e maledetta, ricca di difficoltà di ogni sorta) ed un esempio di metacinema, cinema che cioè si interroga su se stesso, comunque cinema nel cinema. Aspetto questo interessantissimo (almeno per me) perché ci mette davanti alla realtà cinematografica italiana di quel tempo, dove ogni film e dove l'attore, essenzialmente, diventava propaganda. Due le sequenze bellissime dedicate alla settima arte: quella d'apertura e quella di chiusura, in bianco e nero. Per il resto, tecnicamente parlando, e molto strettamente, il film è un gran bel vedere: balzano subito all'occhio la splendida fotografia e grandi campi lunghi, riprese ampie e piani sequenza. Bella la scelta di (azzeccate) immagini di repertorio e complimenti al reparto di trucco, parrucco e costumi. Se andiamo però a vedere il film solamente dal punto di vista dello sviluppo della storia, Marco Tullio Giordana, tristemente, delude molto. Che in fase di sceneggiatura (debole senza ombra di dubbio) abbia già pensato alla televisione (il film infatti verrà trasmesso su Raiuno, in due parti, il prossimo inverno)? Fiction televisiva è quello che sembra e con questo si porta dietro tutti i problemi della stessa. Storia e vicende ridondanti, dialoghi stucchevoli e pompati, quella sensazione di finto ed eccessivo. Peccato, perché veramente la storia è interessantissima ed il reparto tecnico di gran livello. E poi Giordana ha diretto due dei film più belli da diverso tempo a questa parte del cinema italiano: "I cento passi" e "La meglio gioventù". Visto il regista, quindi, grande delusione. Chi ci si mette, poi? Ovviamente Monica Bellucci che non fa altro che bisbigliare, sospirare e parlare male (chi si sentiva bene era praticamente solo Luca Zingaretti, il più convincente) per tutta la durata del film. La sua e quella dello spettatore è un'agonia di 150 minuti. E ancora la fanno apparire sul grande schermo. Film insipido, deludente, debole nella narrazione, che nonostante ciò regala immagini di grandissimo livello. Ma ovviamente non basta.



Elisa, 22 anni, Foligno (PG).




E basta con le faziosità

(5/10) Voto 5di 10

Il film di Giordana non è ben riuscito.Ma un pregio ce l'ha ed è proprio quello di aver un timido tentativo di portare alla luce la malvagità dei partigiiani , che durante la guerra civile non erano molto meglio dei fascisti.



Tistù, 40 anni, Roma.




Capolavoro

(10/10) Voto 10di 10

Ottimo film, convincenti tutti gli attori. Un grande Zingaretti, una inaspettatamente brava Bellucci e un bravissimo (e ammaliantissimo) Boni. Regia splendida, fotografia altrettanto bella. Un film commovente e sentito.



Antonia, 25 anni, Napoli (NA).




Ritmo lento e incoerenza stilistica

(6/10) Voto 6di 10

L'inizio mi è piaciuto molto, ma poi il ritmo si è andato sfilacciando ed è diventato troppo lento. L'introduzione nella vicenda di un personaggio inventato come Golfiero (in cui forse si può riconoscere qualche tratto di Luchino Visconti, ma che c'entra?)ci fa passare dal "cinema verità" al romanzo storico (come se nella "Presa di potere di Luigi XIV" Rossellini avesse infilato D'Artagnan); la costruzione di improbabili simmetrie e coincidenze (l'incontro di Valenti e Golfiero sul tram per esempio) ci fa scivolare nel polpettone di tipo televisivo. Certo alcune scene sono molto belle (il braccialetto di perle p. es.) e si apprezza anche il tentativo di fare un discorso sul cinema, ma il tutto è viziato da una sostanziale mancanza di coerenza stilistica. Luca Zingaretti si rivela un attore sempre più straordinario, mentre Monica Bellucci ha solo le phisique du rôle; notevole Tresy Taddei nella particina di Irene.



Domenico, 60 anni, Gavirate (VA).





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