Questo film di Nick Cassavetes fa precipitare lo spettatore nella desolazione, nello squallore, nella pochezza delle vite, dei valori della periferia americana (L.A.), dove tutto ruota attorno al potere dei soldi, soldi guadagnati non onestamente ma da atti criminosi come lo spaccio della droga. E la cosa più triste e vedere che alla fine di questa storia (vera) chi ci rimette è il ragazzino più giovane, quello che non c'entrava niente con questa gente, che ha avuto la sfortuna di avere un fratello più grande che doveva dei soldi al capetto spacciatore locale. Il ragazzino in questione (il bravo Anton Yelchin), Zack Mazursky, riesce in pochi istanti a catturare il pubblico e gli altri protagonisti del film (a cominciare da Frankie Ballenbacher - interpretato da Justin Timberlake) con la sua aria da bravo ragazzo, carino, gentile, buono, che non disturba nessuno, anche dopo il rapimento resta sempre calmo, come se intorno a lui non succedesse niente di strano, per lui va bene tutto, lui sta sempre bene ... e alla fine tutti si affezionano a lui, tranne il "capetto" Johnny Truelove (interpretato da Emile Hirsch). Molto bello è il rapporto che Zack instaura con Frankie, un rapporto di amicizia, e si vede anche nel tragico finale quanto Frankie si fosse affezionato al ragazzino "carne fresca". Un film riuscito, ben fatto, con una parte finale commovente, a partire dal tragitto che Zack-Frankie-Keith-Elvis fanno a bordo di un furgone e che termina ai piedi di dove il piccolo Zack verrà ingiustamente ucciso, con una sequenza memorabile dal furgone al momento dell'uccisione in cui lo spettatore non può non soffrire e piangere per il dramma a cui sta assistendo, e poi la telecamera inquadra il volto gonfio e il fisico ingrassato e sfatto di una madre distrutta sia nel fisico che nella mente con un'interpretazione fantastica di Sharon Stone, la madre del giovane Zack ... e poi il finale dove si leggono le condanne che hanno ricevuto i vari protagonisti di questa tragica vicenda ... le condanne che non faranno sentire meglio lo spettatore che ancora incredulo resta sconvolto per l'incapacità di metabolizzare l'omicidio di un ragazzino innocente che non aveva fatto del male a nessuno, e forse solo Dio potrebbe spiegare il motivo per cui era dovuto succedere tutto questo, come sua madre aveva chiesto ...
BELLO E COMMOVENTE (e in memoria del giovane Zack)
Questo film di Nick Cassavetes fa precipitare lo spettatore nella desolazione, nello squallore, nella pochezza delle vite, dei valori della periferia americana (L.A.), dove tutto ruota attorno al potere dei soldi, soldi guadagnati non onestamente ma da atti criminosi come lo spaccio della droga. E la cosa più triste e vedere che alla fine di questa storia (vera) chi ci rimette è il ragazzino più giovane, quello che non c'entrava niente con questa gente, che ha avuto la sfortuna di avere un fratello più grande che doveva dei soldi al capetto spacciatore locale. Il ragazzino in questione (il bravo Anton Yelchin), Zack Mazursky, riesce in pochi istanti a catturare il pubblico e gli altri protagonisti del film (a cominciare da Frankie Ballenbacher - interpretato da Justin Timberlake) con la sua aria da bravo ragazzo, carino, gentile, buono, che non disturba nessuno, anche dopo il rapimento resta sempre calmo, come se intorno a lui non succedesse niente di strano, per lui va bene tutto, lui sta sempre bene ... e alla fine tutti si affezionano a lui, tranne il "capetto" Johnny Truelove (interpretato da Emile Hirsch). Molto bello è il rapporto che Zack instaura con Frankie, un rapporto di amicizia, e si vede anche nel tragico finale quanto Frankie si fosse affezionato al ragazzino "carne fresca". Un film riuscito, ben fatto, con una parte finale commovente, a partire dal tragitto che Zack-Frankie-Keith-Elivs fanno a bordo di un furgone e che termina ai piedi di dove il piccolo Zack verrà ingiustamente ucciso, con una sequenza memorabile dal furgone al momento dell'uccisione in cui lo spettatore non può non soffrire e piangere per il dramma a cui sta assistendo, e poi la telecamera inquadra il volto gonfio e il fisico ingrassato e sfatto di una madre distrutta sia nel fisico che nella mente con un'interpretazione fantastica di Sharon Stone, la madre del giovane Zack ... e poi il finale dove si leggono le condanne che hanno ricevuto i vari protagonisti di questa tragica vicenda ... le condanne che non faranno sentire meglio lo spettatore che ancora incredulo resta sconvolto per l'incapacità di metabolizzare l'omicidio di un ragazzino innocente che non aveva fatto del male a nessuno, e forse solo Dio potrebbe spiegare il motivo per cui era dovuto successo tutto questo, come sua madre aveva chiesto ...
BELLO E COMMOVENTE (e in memoria del giovane Zack)
Buon film, piuttosto ben fatto e ben sviluppato, nella trama e nella sceneggiatura. Le interpretazioni sono ordinarie ma gli attori vestono alla perfezione gli abiti di 'ragazzacci' volgari e violenti. Buona la prova di Bruce Willis, anonima, invece, quella di Sharon Stone, chiamata a vestire i panni di un'altrettanto anonimo personaggio. Nel complesso un film gradevole che, senza picchi di pathos, riesce a mantenere vivo l'interesse dello spettatore. Forse avrebbe ancor più colto nel segno se si fosse indugiato anche sull'attività investigativa parallela della polizia, alla ricerca dei sequestratori-assassini.
non pensavo che lo avrei detto a fine visione, ma il film è ben fatto, e soprattutto ben girato, trattandosi di una storia vera. il punto è stato colto molto bene, l'alternarsi di svago piu estremo a momenti di angoscia esagerata è stato un mix eccellente.
Non fatevi ingannare. Leggo molti commenti come "attori distratti, regia svogliata". Tutto vero per carità, credo proprio che l'intenzione sia quella. I protagonisti vivono la situazione con normalità. Il dramma non è il rapimento in se, ma il fatto che i ragazzi (rapito e rapitori) lo considerino come una cosa normale. Forse piacevole. Anzi coraggiosa