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Vajont - La diga del disonore

Opinioni presenti: 94
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Ricordarsi

(8/10) Voto 8di 10

che un film, pur ben fatto, non farà mai comprendere la realtà di una tragedia che ha segnato tutti coloro che l'hanno vissuta seppur indirettamente, sui media. Sono stato recentemente a visitare il luogo del disastro ...si avverte ancora il rumore e l'odore della tragedia!! Voler fare vedere al mondo chi sono gli italiani costruendo la diga più alta ci ha infine mostrati per quello che veramente siamo. Egoisti, affaristi, menefreghisti! Anche lo stato si è dimenticato del Vajont, basta recarsi sul posto. Sembra di essere ancora negli anni 60!! Incuranza, sporcizia ..ed altro Comunque il film, a mio avviso fatto bene, deve servire per tutti quei giovani che dovrebbero conoscere la storia di un paese bello ma abitato da gente con poco senso civico!



Giovanni, 56 anni, Canossa (RE).




e se invece...........

(7/10) Voto 7di 10

e se invece si fosse trovato un sistema per far convivere la frana con il bacino come avviene da 20 anni ai confini tra USA e Canada, oggi che si direbbe? Proprio nulla, anzi i neolaureandi in geologia potrebbero visitare l'unica galleria mancante (quella di drenaggio dell'acquifero inferiore), plaudendo, estasiati, all'acume ed all'intelligenza dei costruttori. Martinelli ricorda un antico dramma, suo certamente il merito. Secondario il fatto che si comportino da perfetti imbecilli uomini, con Carlo Semenza in testa, che hanno costruito la diga più alta del mondo e che oggi è ancora al suo posto, malgrado sia stata scavalcata da un'onda di circa 50 milioni di metri cubi d'acqua e parzialmente compressa da unna massa di circa 250 milioni di terra. Perchè quella galleria non fu costruita? Perchè il bacino fu riempito e non svuotato alla ripresa più marcata dei movimenti? Perchè il bacino fu svuotato rapidamente e non progressivamente come fatto in precedenza per ben due volte? Già, il modello di Nove, la perizia di Ghetti....Scienziati ed ingegneri che affidano la loro professionalità ed il loro prestigio ad un modellino! Io proprio non riesco ad immaginarli in questo ruolo di genietti pazzoidi. Forse la realtà è più semplice, più umana. Un errore, una sottovalutazione (ricordate gli avvisi di ghiaccio ricevuti dal Titanic?), un eccesso di confidenza col problema. Martinelli dice alcune cose ma non ne dice altre; non dice che questo incidente segnò il cambiamento radicale delle regole per la costruzione di nuovi bacini idroelettrici; non dice che questo incidente segnò il cambiamento riadicale delle regole per l'acquisizione, da parte dello Stato, di opere private; in sostanza non dice che questa tragedia, proprio grazie ai suoi lutti, ha stimolato tutti a far bene e meglio. In altre parole non dice che, per quanto rivoltante sia in concetto, grazie al Vajont molti intelletti dormienti si sono svegliati. Ma in un film tutto questo a chi poteva interessare? A nessuno. Prendiamo comunque quello che Martinelli ci offre ed invito, chi non lo ha fatto, a godersi lo spettacolo di Paolini che certamente è di una parte che non è la mia ma ha il pregio di costringere alla riflessione.



Paolo, 55 anni, Rossiglione (GE).




Un ennesimo grido nel deserto.

(10/10) Voto 10di 10

Di questo ottimo film, ben realizzato ed ancora meglio interpretato, due cose mi hanno sconvolto: la prima è che nei titoli finali è deprimente leggere che di tutti i colpevoli di quell'orrendo crimine (e come altro definire un' azione che produce migliaia di morti per avere volutamente tenuta nascosta la verità sulla pericolosità della costruzione della diga) non abbiano avuto una esemplare condanna da parte della giustizia italiana... la seconda è che ho dovuto arrivare a 51 anni per conoscere come sono andate esattamente le cose; troppo poche sono state in questi anni le informazioni di denuncia su quei gravi fatti, ma forse è anche giusto così,e poi altri casi analoghi di denuncia di fatti gravi compiuti sulle nostre teste che cosa hanno prodotto? .. non molto purtroppo. Grazie, allora, a chi ha il coraggio di informarci, anche correndo il rischio di apparire una patetica voce che grida nel deserto dell'indifferenza.



Marzio, 51 anni, Milano (MI).




Film stupendo. Evviva i petrolieri!

(10/10) Voto 10di 10

E’ proprio un bel film, destinato al successo. Addirittura competitivo negli effetti speciali. Mi chiedo come mai in questi giorni in cui il mondo è bloccato da una rissa globalizzata tra famiglie di petrolieri, il Grande Fratello,(quello di Orwell) lascia circolare un film che fa propaganda per l’Unità e santifica un’ex funzionaria del PCI. Forse perché l’ENI ha ancora interesse a non investire nella fonte idrolelettrica, che per l’Italia e per mezza Europa è ancora una potenziale alternativa al petrolio. Certo che se milioni di persone si ricommuovono dopo quarant’anni per la tragedia del Vajont, per i prossimi veent’anni (cioè sessanta in totale) può andar meglio anche il nucleare. Detto questo complimenti sinceri a Martinelli, Gulllotta e Morante che, con la diga del disonore, fanno onore al cinema italiano. Forza Italia!



Franco, 50 anni, Valdagno.




veritiero

(9/10) Voto 9di 10

il film,non è altro che la fotocopia di quanto è successo quella notte maledetta, anche se è uscito in versione non integrale le immagini e le scene sono di una realtà impressionante.Ve lo dice uno che quella notte venne estratto miracolosamente salvo dalle macerie.



Gino, 49 anni, Longarone (BL).





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