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Vajont - La diga del disonore

Opinioni presenti: 94
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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commento

(8/10) Voto 8di 10

Mi ha invogliatoa saperne di piu' su una tragedia successa quando ero piccola. Mi ha sconvolto la ricostruzione del totale disinteresse del potere per gli essere umani. Complimenti agli attori e sopratutto alla Morante. Candida



Candida, 47 anni, Guidonia (RM).




bravo Martinelli

(9/10) Voto 9di 10

La cosa più importante al di la' di qualche lacuna storica peraltro trascurabile, è il messaggio del "non dimenticare" della memoria collettiva, e in questo il film di martinelli,mio conterraneo brianzolo, mi pare esserci riuscito in pieno. la ricostruzione storica dei fatti mi sembra fedele visto che si basa sullo stupendo libro della tina merlin. certo l'accento toscano della bravissima e bellissima l.morante non è proprio quello veneto della merlin, (che ho rivisto in una intervista alla tv francese nella trasmissione mixer del '94) ma sono dettagli, il mio giudizio sul film è sicuramente positivo, da trasmettere così come lo splendido monologo di paolini nelle scuole a scopo didattico e per non dimenticare. bravo renzo!



Silvio, 43 anni, Desio (MI).




Serve per ricordare

(6/10) Voto 6di 10

A prescindere dalla qualita' del film, se realistico oppure no, veritiero oppure no, ritengo sia importante farlo vedere alle nuove generazioni affinche' questa tragedia nazionale non venga dimenticata e ne sappiano parlare, trendone qualche insegnamento, nella speranza che non accada mai piu' (io l' ho fatto vedere ai miei figli).



Cesare, 42 anni, Messina.




Bravo Martinelli ma c'e' chi specula

(10/10) Voto 10di 10

Bravo Renzo Martinelli, ho avuto modo di dirtelo anche per lettera. Sono un longaronese "vero" e anche se quella notte avevo solo 4 anni ho vissuto la proiezione del film con vera commozione. Purtroppo pero' devo segnalare un fatto che mi ha lasciato alquanto perplesso. Alla richiesta al fotografo Zanfron, uno dei pochi ammessi a poter scattare durante le riprese, di poter avere una foto di quelle esposte in vetrina mi sono sentito rispondere che quelle erano solo per le comparse. Una domanda nasce spontanea: come mai il libro di sue foto sul Vajont lo ha venduto a tutti ? Caro Zanfron, una foto a un longaronese non puo' certo essere un delitto tantomeno che il tuo libro lo ho acquistato anch'io.Fabrizio Coletti. Longarone 2 dicembre 2001



Fabrizio, 42 anni, Longarone.




confusionario

(4/10) Voto 4di 10

Per me che non conoscevo tutta la portata della tragedia il film ha reso un poco l'idea. A parte il fatto che molte delle citazioni sono state prese dal libro di Tina Merlin " Sulla pelle viva " penso che il regista non abbia evidenziato affatto lo stato d'animo dei protagonisti di questo dramma. Quello che invece salta agli occhi nel film è l'assoluta mancanza di rispetto per la popolazione della valle di Erto e Casso. Nessuno si è mai preoccupato del futuro di questa gente sradicata di colpo dalla sua terra, dalle sue abitudini e costretta a convivere con lo scomodo mostro che via via cresceva sotto i suoi occhi. E per evidenziare ancora di più il menefreghismo dello stato italiano basta guardare il paese di Longarone, una volta fiorente comune del bellunese e ora misero fantasma di sè stesso, un'ammasso di orrido cemento che non rende neanche l'idea di quello che fu. Il film fà molti riferimenti alla burocrazia, all'iter subdolo e opportunista che hanno seguito tutte le concessioni, tutte le carte firmate per la costruzione della diga. Complimenti Stato italiano! Se abbiamo bisogno di film come questo per mostrare quanto siamo bravi a fare soldi sulla pelle degli altri allora mi vergogno di essere italiana! Si perchè questa è una vergogna che ancora oggi infanga l'onore di questa gente. Sono stata su alla diga e se si rimane in silenzio e si cammina sulla frana, si percepisce ancora tutto il dolore e tutto l'orrore della tragedia! Ma questo non cambia il fatto che la sorte del Vajont è simile a quella di tante altre tragedie finite nel dimenticatoio. In un'Italia che guarda avanti, al progresso e al futuro, non c'è posto per i morti, per le lacrime, per i ricordi. Ringrazio di cuore Marco Paolini. E' attraverso il monologo della sua Orazione Civile che ho potuto capire ogni cosa fino in fondo: e la certezza che quella fosse la verità mi è stata testimoniata dalle lacrime della gente lì presente. Quanti Paolini ci vorrebbero per non dimenticare nessuna tragedia? Se è vero che la storia insegna perchè si continuano a commettere errori? Forse per dare modo ai tanti Martinelli di fare film retorica a spese di quella gente che in queste tragedie ha perso tutto ciò che aveva e che al dolore ha aggiunto la consapevolezza di essere dimenticata soprattutto da chi dovrebbe garantirgli un aiuto immediato in caso di bisogno, visto che, quando il governo ci chiede nuove tasse e nuovi sacrifici, siamo sempre pronti a pagare. Ma forse a noi italiani basta fare le "catene della solidarietà" per stare con la coscienza a posto, convinti che mandando piccoli aiuti la gente dimentichi tutto e torni a vivere la vita di prima. Forse lo pensava anche la gente di Erto, Casso, Longarone! Io sono nata a Roma ma questa storia mi ha toccato a tal punto che mi sento vicina a questa gente e a tutto ciò che la riguarda. Spero davvero che nessuno si dimentichi mai del Vajont, nè di altre tragedie simili. Per non essere uguali allo Stato! Roberta,



Roberta, 40 anni, Roma.





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