L'argomento non è facile, gran merito averlo affrontato con la giusta ironia, ma forse si è un po' esagerato da quandi viene presentata la famiglia al completo, come se non bastasse il figlio bisessuale (per non usare un altro termine). A parte questo, ottimo road movie, con una colonna sonora fantastica.
Mi è piaciuto ma, agganciandomi all' opinione precedente, non mi ha lasciato particolari emozioni. E' sembrato quasi un prodotto "furbo" o alla "moda" niente da dire sui due protagonisti molto bravi e ligi ai loro ruoli.Forse troppo macchiettistica la famiglia di lui/lei e in compenso buona l'idea del film on-the-road che non è il mio genere perchè di solito si tramuta in una sequela di luoghi comuni e alla lunga noiosi. Una sufficienza meritata ma non un film da oscar secondo me.
La solita storia alla moda, trita e ritrita su omosessuali e transessuali. Bravi gli attori, ma poco possono in una storia banalissima e una regia così così. Il cinema è importante per come dice le cose, non per quello che dice. E qui si è cavalcata la facile moda e la banalizzazione di problemi seri, tralasciando di dare emozioni vere.
"Transamerica" è il 'classico' film indipendente statunitense, una pellicola di nicchia che si sviluppa come una sorta di road movie in cui tutti i personaggi sono alla ricerca di sé stessi o di qualcosa/qualcuno. La protagonista di questa ricerca è Felicity Huffman che entra perfettamente nei panni di Bree, un transessuale che è ad un passo dal diventare a tutti gli effetti una donna. Ma prima del grande passo dovrà affrontare situazioni inaspettate.
Quella della Huffman è stata una scelta centrata, sia per il lavoro fatto esteriormente che interiormente al suo personaggio: la Hoffman dà infatti una grossa dignità, grazia e delicatezza a Bree, aspetti che tra l'altro caratterizzano anche l'intera pellicola. Ha quindi tutto apposto per essere credibilissima.
La sceneggiatura che è alla base del film è molto buona e fa spiccare scene e battute esilaranti e riuscite. Infatti "Transamerica" non è una semplice commedia, ma anche un dramma, e troviamo passaggi delicati ma sempre riusciti. L'ironia è dunque ben calibrata.
Bella la fotografia, buono il ritmo, efficace la regia. Quindi un film vivace, ben confezionato e ben preparato. E' sì leggero, ma non solo. Per questo è dotato di una grossa sensibilità e raffinatezza che portano ad affrontare intelligentemente tematiche delicate come la sessualità, la diversità, l'abbandono e la comprensione.
devo confessare che mi aspettavo un film più grottesco e scanzonato e invece ho trovato un film molto amaro e duro che sicuramente tratta una situazione molto delicata, però lo fa con disincanto e realismo, anche se devo ammettere che il personaggio del figlio forse è un pò forzato.
Bree è una persona di una dolcezza e un pudore quasi esagerati che rispecchia (credo) bene quello che deve essere lo stato d'animo di una persona che si trova nella sua (drammatica) situazione e cioè una donna (con la sua sensibilità e la sua femminilità) nel corpo di un uomo e che, per raggiungere il suo obbietivo deve calarsi in una "metamorfosi" quasi kafkiana.
Grande merito alla protagonista che interpreta il suo ruolo con grande misura e stile.
Il suo arrivo in ospedale nella più completa solitudine
e il suo pianto dirompente dopo l'intervento mi hanno fatto venire i lucciconi....
Ti voglio bene Bree... piccola e indifesa......