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Kontroll

Opinioni presenti: 15
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Immondo

(1/10) Voto 1di 10

Un film assolutamente trito e ritrito. Novità....ma dove? Metafora della vita?........ma per favore. Cose già viste e riviste, lette e rilette. Un finale poi ovviamente prevedibile fin dal primo incontro fra Bulcsú e Szofi. Conclusione: un film ridicolo e noioso.



Giannibrio, 60 anni, Milano (MI).




Undreground ungherese

(8/10) Voto 8di 10

Uno dei nefasti risultati del monopolio cinematografico da parte di poche imprese è l’esclusione di buoni film dal circuito. Parlo di Kontroll, del giovane esordiente ungherese Nimròd Antàl, formatosi alla scuola del videoclip e della pubblicità. Presentato nel 2004 a Cannes e vincitore del Prix de la jeunesse, è stato quest’anno doppiato anche in italiano e distribuito in sala, ma persino la critica lo ha trascurato. Peccato, perché l’ambientazione è assolutamente… metropolitana e regge il confronto con analoghi film americani. Ma siccome l’attore protagonista non si chiama Sylvester Stallone ma Sándor Csányi, e gli effetti speciali ungheresi non sono costosi quanto quelli americani, anche se un direttore della fotografia come Gyula Pados dà i punti a tutti, neanche i critici si sono sprecati, anche se dovrebbero dare informazioni proprio sui film meno noti. Interamente girato nella metropolitana di Budapest, Kontroll mischia gli stili: horror perché si deve dare la caccia a un assassino che incappucciato butta la gente giù sotto i treni; grottesco perché il controllo dei treni e delle gallerie è affidato a squadre di controllori ora duri, ora improbabili. Chi conosce i mezzi pubblici di Budapest avrà visto persone normali, persino anziane, cingersi improvvisamente il braccio con la fascia di controllore e fare il proprio lavoro. Ma qui l’idea di partenza genera situazioni portate all’eccesso: la Budapest postcomunista è anche piena di teppisti, di poveracci e di arricchiti. Ne nascono scene esilaranti, violente, grottesche, senza mai perdere il ritmo: nessuno vuol fare il biglietto e le nostre sgangherate squadre ce la mettono tutta, ora inseguendo i trasgressori, ora discutendo al parossismo con i passeggeri. Ma l’obiettivo vero è incastrare il serial killer, e le squadre sono in competizione tra loro. E siccome il caposquadra Bulcsù è fortemente indiziato dalla Direzione, la sfida si fa dura. Il giovane e bello Bulcsù ha rinunciato a una brillante carriera per vivere e lavorare laddove mai arriva la luce del sole, un mondo sotterraneo popolato da gente a parte, come uno strambo macchinista (Lajos Kovács) e l'altrettanto stramba figlia Szofi (Eszter Balla), che gira chissà perché vestita da peluche e di cui s'innamora a prima vista proprio Bulcsú. Il quale è anche coraggioso: accetterà per sfida una folle gara con un rivale correndo dietro al convoglio di mezzanotte, inseguito dal treno successivo, prova mozzafiato che gli permetterà infine di seminare ed eliminare anche il misterioso serial killer. Nell’ultima scena, lui e la bella orsacchiotta prendono la scala mobile ed escono alla luce del sole.



Marco, 54 anni, Roma (RM).




donnie darko all'ungherese

(8/10) Voto 8di 10

intrigante, cinico e romantico questo film che racconta in una storia apparentemente assurda i nostri drammi quotidiani



Monica, 49 anni, Sassuolo.




Finalmente è arrivato in Italia!

(9/10) Voto 9di 10

Un film che fuori Italia ha avuto molto successo: sia tra i critici sia tra il pubblico. Un film cui interpretazione dipende dal ceto sociale e anche dal ceto culturale. Per alcuni è un film d'azione, per altri (naturalmente per gli intellettuali) è un inferno dantesco ambientato nella metropolitana di Budapest. Il protagonista, Bulcsu (interpretato da Sandor Csanyi che se non fosse nato ungherese sarebbe diventato un giovane Antonio Banderas con un forte talento) si scende in questo inferno per nascondersi, per scappare da se stesso, dalle esigenze del mondo che lo circonda, dai compiti... ma alla fine capisce che non possiamo nasconderci da se stessi. Dobbiamo fare la nostra lotta e dobbiamo spravivere sopra, nel mondo della quotidianeità. Per sopravivere gli viene d'aito l'amore -- di cui abbiamo bisogno tutti nella vita. Scusatemi per gli errori ma l'italiano non è la mia lingua materna. a comunque vi consiglio questo film unico. E devo ammettere che anche il doppiaggio è riucsito benissimo. I personaggi della versione italiana parlavano come di quella ungherese.



Anna, 35 anni, Roma.




Grottesco e ridicolo

(1/10) Voto 1di 10

Film dal basso profilo. stupido e grottescamente fastidioso. non capisco come possa piacere.e' fondamentalmente vero che il cinema non offre eccezionali novità ultimamente,ma lodare un brutto film come questo...ce ne vuole. insignificante e scialbo.



Piero, 34 anni, Palermo (PA).





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