Voglio dire a tutti che per quanto il film sia stato violento, non c'e' mai stato un solo secondo in cui ho pensato al danno che questa violenza potesse provocare, in quanto per ogni atto di violenza c'era da perdersi a riflettere sul significato che sta dietro quel gesto o quella scena. Kitano sei una persona unica al mondo, ti ammiro per come conosci profondamente l'animo umano e per i grandi valori che in ogni tuo film riesci a comunicarmi! Alla fine mi sono quasi messo a piangere tanto mi ha commosso un senso dell'onore (non orgoglio) cosi' grande!
Un film di evidente bellezza. A tutti quelli che lo hanno commentato negativamente vorrei far notare che le scene sono belle e soprattutto violente, violenza che non deve mancare in un film di questo genere, la trama originale,può sembrare strana ma è assurdo definirla banale.Gli attori sono perfetti come le loro espressioni.In conclusione è un film che non si può paragonare ad alcun altro film uscito negli ultimi anni.
Un grande film...per ciò che comunica.Senza molta azione ti fa entrare nel mondo della mafia giapponese.Grande regista...un film nn adatto alle teste di c****(come alcuni che hanno scritto opinioni assurde)
Questo film di Kitano è sicuramente difficile da comprendere ad una prima visione, soprattutto se non si conosce l'autore.
Brother, attraverso lo stile così violento di Kitano, a mio parere ricercato appositamente dell'autore, deve farci riflettere sul significato e sulla bellezza della vita, che i protagonisti del film non esitano a sacrificare per il bene della "famiglia".
La parte che va apprezzata maggiormente nel film è la singolare amicizia che si instaura tra Aniki e Denny, che portera' lo spietato protagonista a salvargli la vita dimostrando di avere ancora un briciolo di umanita'.
Le scene piu' toccanti sono, comunque, quelle in cui il rigido codice che vige nella Yakuza viene fuori in tutta la sua drammaticita':affiliati che fanno Seppuku(suicidio)incontrando solo gli sguardi indifferenti dei propri fratelli; spacciatori costretti a pagare un torto tagliandosi un dito.
Questo film puo' essere considerato anche come una critica nei confronti di una societa' che permette che nascano e crescano simili mostri. Considerando che il padre di Kitano era mezzo imbianchino e mezzo yakuza, credo che l'autore abbia tutt'altro che la voglia di mostrare in maniera irresponsabile questa terribile realta'(eccesso di violenza).Il film nel complesso e' eccezionale e non merita altro che l'ammirazione del pubblico.
tutto kitano si riassume in questa frase: la vita è un ilare viaggio verso la morte. Inutile perdersi in confronti con altri film. Il nemico non ha volto e la morte si affronta a viso aperto, la violenza diventa l'unica vera forma di comunicazione