Dogville è un film che lascia tutto all'immaginazione. La grandiosità dello stesso sta nel fatto che la scenografia si concretizza da sola dentro la tua testa. L interesse sul film nasce quando si riesce a superare l'idea che non ci sia un tempo ed un ambientazione definita ma dopo poco ci si abitua a tutto questo... e le case, i negozi i paesaggi, prendono forma. Li vedi anche se non ci sono! Dogville è cattiveria pura mascherata da perbenismo e finti sensi di colpa. Dogville è il male che vince sul bene. E per assurdo lo stesso male viene annientato da altro male! (Chi vedrà il film potrà capire il senso di queste parole). A tutti auguro una buona e attenta visione.
Senza girare troppo intorno alla questione, credo che Dogville sia uno dei migliori film usciti negli ultimi 15 anni. Lars Von Trier non è mai stato un regista 'comune', tutti i suoi film riescono, in un modo o nell'altro, a distinguersi dalla massa, ma questo in particolar modo riesce a colpire, laddove molti altri avrebbero fallito. Andando con ordine, la prima cosa che mi ha colpito (e che nei primi minuti mi ha creato non pochi problemi), è stata, ovviamente, la mancanza di una scenografia intesa in senso classico, cosa alla quale, comunque, ci si abitua dopo poco. La mancanza delle ambientazioni, aiuta a concentrarsi maggiormente sulla trama del film e sulle interpretazioni. Queste ultime, lo ammetto, mi hanno lasciato di sasso: pur avendo sempre apprezzato la Kidman, non la credevo capace di tanto. Bravissima nel vestire i panni di Grace, l'attrice da grande spessore a un personaggio già di suo molto complesso. Splendido, come al solito, anche Stellan Skarsgard, che da sempre ha regalato al cinema interpretazioni ricche di pathòs. E gli altri? Tutti molto convincenti: da Jeremy Davis, all'indimenticabile Lauren Bacall, il cast riesce a rendere il tutto ancor più vivo e a far immergere lo spettatore nella storia. Storia che, mai come in questo caso, rappresenta l'essenza vera del film. La capacità di Trier sta proprio nel mantenersi, apparentemente, del tutto distaccato, riuscendo a farci prima amare e poi odiare visceralmente gli abitanti di una cittadina piena di ipocrisia. Lars mette in scena la vera piccolezza del genere umano, quel tipico comportamento che distingue la maggior parte delle persone, chiuse nel proprio orto. Il finale, poi, è splendido: impossibile non provare empatia nei confronti della povera Grace, vittima di ogni tipo di abuso fisico e mentale.
Il regista danese, raggiunge a mio parere, con questa pellicola il suo punto più alto, firmando un film bellissimo sotto ogni punto di vista. Lo consiglierei davvero a tutti.
Soltanto oggi ho visto in TV il film. Sono rimasto entusiasta di un tale capolavoro rappresentato con maestria e competenza. credo sia un tesoro da far scoprire al pubblico per un rilancio dei valori, di cui, specialmente oggi, si percepisce una necessità più che mai. Profondo, spietato è di grandi contenuti morali e istruttivi.
Complimenti al regista ed agli attori tutti.
Sergio Brunozzi
Bellissimo film con dei messaggi molto profondi. In un tempo in cui nei film ogni azione è giustificata dalle circostanze (il serial killer uccide perchè ha subito un trauma da piccolo, etc.) questo film insegna invece che ci sono azioni che vanno al di là di qualsiasi circostanza, ingiustificabili, e che bisogna prendersi le proprie responsabilità e pagare. La grazia non è un condono. Stupenda la regia simil teatrale molto angosciante. Chi parla male di questo film secondo me non l'ha visto con la dovuta attenzione. Piccolo capolavoro.