Film veramente super: un po' ruspante, da vedere solo se si capisce la comicità toscana,altrimenti può risultare scioccante, però eccezionale come spaccato di una società reale. Divertente e malinconico al tempo stesso. Mario Cioni suscita una tenerezza infinita. Un vero film cult.
Film di eccezionale veridicità e comicità. E' uno spaccato di quel tipo di società e di quei tempi, in cui c'era sempre la speranza di un miglioramento delle condizioni di vita. La politica non c'entra un bel niente. La volgarità c'è, però è tipica di quel periodo e di quella zona. Il film non può essere apprezzato da chi non ha mai conosciuto quell'ambiente.
Bravissimi tutti, soprattutto il nostro Benigni!!!
Un vero e proprio capolavoro del "neo-neorealismo", uno dei film più tragici ed esistenzialisti cui abbia mai assistito. Quando il turpiloquio diventa espressione dell'esclusione dalla vita (e al tempo stesso forma di disperata ribellione ad essa). Un film rivoluzionario nel vero senso della parola, ma non perchè "parla di politica" (il simulacro di Berlinguer rende bene il senso del comunismo ormai relegato a icona religiosa e, quindi, utopia degli sconfitti), quanto perchè propone una galleria di esclusi, di perdenti, di dimenticati da Dio e li fa parlare, appunto, con il loro vero linguaggio: il linguaggio degli esclusi (emblematica in tal senso la poesia di Bozzone e Cioni in bicicletta), che solo chi non ha mai conosciuto la Toscana degli anni Settanta può considerare iperrealista o grottesco. Un film che nasconde la tragedia esistenziale dietro l'apparente comicità e che meriterebbe di essere uno dei manifesti del cinema italiano. Se non fosse purtroppo che il moralismo perbenista, ahimè così presente anche a sinistra, ha cercato per oltre trent'anni di relegarlo al rango di trash.