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La grande abbuffata

Opinioni presenti: 10
Media Voto: Media Voto: 9.5 (9.5/10)

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Diverso!

(8/10) Voto 8di 10

Molti potrebbero obbiettare sul fatto che il film si perda spesso in situazioni paradossali e grottesche, ma, a confronto con altre pellicole del genere, questo film di Ferreri risulta essere il più gradevole e scorrevole. Grande l'interpretazione di Tognazzi.



Mauro, 30 anni, Messina.




Superbo e provocatorio

(10/10) Voto 10di 10

Certamente non può piacere a tutti...ma a mio parere è un capolavoro inconfondibile del cinema italiano...stupende le prove di Tognazzi, Noiret e Mastroianni, che è l'unico che finisce in modo migliore degli altri la sua battaglia( congelato e non morto di cacca)



Federico, 15 anni, Milano.




complimenti daniele di napoli

(10/10) Voto 10di 10

Hai descritto con grande abilità la grandezza del film di ferreri (ancora complimenti). Hai dimenticato però la parola "magica" che riassume il cinema del regista: surrealismo. Forse non ti è venuta in mente perchè davi per scontato il fatto che nulla è più realista del cinema surrealista (sembra una c***ta ma non lo è). Ferreri ci manca, ma a me manca molto di più Bunuel. p.s. per fortuna c'è qualcuno che capisce qualcosa.



Niccolò, 19 anni, Milano.




Autodistruzione...e vero cinema!!!

(8/10) Voto 8di 10

La migliore forma di cinema:quella che contiene generi diversi. qui si può gustare il drammatico finale e la drammatica morte di ogniuno dei protagonisti,la commedia grottesca e lo humor nero dei personaggi e di alcune scene,e l'autodistruzione di questi,diciamo borghesi,interpretati splendidamente (capo di tutti il mitico mastroianni, ma anche ugo tognazzi non è da meno...senza togliere nulla agli altri) da 4 attori che si possono considerare divini. io mi sono posto solo una domanda a tutto questo. perche'? per quale motivo sono dovuti giungere a questo...invece di suicidarsi con una pistola o un coltello ? e il bello di questo mio voto e del mio parere positivo, è che non ho una risposta e,meglio ancora, non la voglio avere. la storia è raccontata molto bene,le interpretazioni...beh...mi inchino,le inquadrature a loro modo molto provocatorie,come del resto il regista ferreri stesso,e il motivetto al pianoforte suonato da piccoli è melodico e tranquillo,e accompagna quel drammatico finale per l'ennesima volta autodistruttivo....ma sempre estremamente affascinante. il cinema italiano d'autore di una volta,che ciò nonostante non è minore del b-movies (odio questo termine),era decisamente uno dei migliori cinema mondiali. non tolgo nulla al cinema italiano contemporaneo, che tra l'altro si sta riprendendo alla grande, ma non credo che rivedremo volti come mastroianni,tognazzi e compagnia bella... e faccio i complimenti per le opinioni di daniele da napoli e niccolò da milano. sperando che ogni tanto a distanza di tempo si riguardino questo spazio ;) concludendo,cinema italiano,non sei da meno a nessuno....non preoccuparti !!!!!



Diego, 20 anni, Montedivalli (MS).




Ferreri: un Maestro del cinema

(10/10) Voto 10di 10

Tutti i registi che si occupano di cinema provocatorio e scomodo rientrano tra i miei preferiti. Tra questi,dunque,non può mancare il mai troppo ricordato Marco Ferreri.Colui che è stato il più duro contestatore della società dei consumi e del falso benessere.Ogni suo film è concentrato su questo argomento e lui,metaforicamente,ce lo illustra mostrandoci la degenerazione dei rapporti sociali fra gli esseri umani, sullo sfondo di una realtà di vita cupa e tristemente cinica.”La grande abbuffata”,in special modo,è il suo film più completo e personale che lui abbia fatto sulle tematiche ricorrenti e tipiche del suo cinema.Quattro amici(simbolo di un’umanità volgare e alla deriva)hanno deciso di suicidarsi.Per raggiungere questo scopo,si riuniscono per il week-end nell’isolata villa di uno di loro;dopodiché,daranno inizio ad esagerate e spaventose mangiate continue.Il tutto,finchè non “scoppieranno” per indigestione.A loro, si uniscono 4 prostitute(che,disgustate,andranno via)e una maestra elementare in carne, con la quale tutti si uniranno sessualmente e che sarà l’unica a salvarsi dalla morte.Con impietoso “piacere”,Ferreri mette a nudo la funerea e,allo stesso tempo,tragicamente divertente condizione esistenziale di individui che provano folle gusto nell’uccidersi con estremissimo godimento culinario.Non ci sono limiti(si mangia a sbafa, ininterrottamente),non c’è pudore(all’orgia di cibo si accompagna anche quella di sesso;soprattutto da parte di Mastroianni,nel ruolo di un autentico depravato ).In più, si peta a non finire.Anche se non è consigliato a tutti,e molti potrebbero disgustarsi,penso che sia invece molto importante vederlo.Dinanzi alle “gesta”di persone che,drogate dalla società dei consumi,divorano per ingordigia tutto ciò che il falso benessere loro offre(e lo fanno non per reale necessità ma per puro vizio),possiamo riflettere sulla squallida condizione di noi stessi;capiremo che anche noi,schiavi di tante materialità terrene,complici incoscienti,finiremo per distruggerci sempre di più.I meriti della pellicola sono innumerevoli:l’ottima regia;le interpretazioni degli attori(Tognazzi,Piccolì,Noiret, Mastroianni,Andrèa Ferrèol);la forza disinibita nel voler mostrare questa folle parabola sulla degradazione e l’autodistruzione umana.Cito anche una frase-shock,pronunciata da Tognazzi a Piccolì:”Se non mangi, non puoi morire!”(summa del tutto).Il presagio della morte,nascosta dietro l’ombra di un’ironia beffarda,è un elemento costante del tramonto dell’epoca della commedia all’italiana:Ferreri assimila anche questo e lo distribuisce nel film con rara maestrìa.La cornice scenografica e narrativa,invece,si rifà ai racconti del marchese De Sade(l’orgia,la villa,il gruppo ristretto di uomini e prostitute,la morte…,analogia con “Salò…”di Pasolini).Da vedere,dunque:capolavori così sono unici.Purtroppo,film così coraggiosi,che scuotono le coscienze fregandosene della moralità e del perbenismo,oggi,non se ne fanno più.Ci manchi Ferreri,e tanto.



Daniele, 22 anni, Napoli (NA).





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