Ararat;un nome emblematico, quello dl monte che secondo una leggenda nasconde nelle sue cime alleate l'arca dell'alleanza;ma per gli armeni diventa sopratutto uno dei simboli della patria perduta per colpa del fanatico nazionalismo di una nazione criminale e intollerante come la TURCHIA.
Il regista armeno-canadese EGOYAN volge lo sguardo al passato del suo popolo con i piedi verso il presente, e lo fa attraverso i personaggi principali della storia, che la vivono direttamente (il pittore GORKY)e indirettamente
(RAFFI ,sua? madre, e il regista AZNAVOUR). è un film difficile,e può risultare artificioso e approssimativo per il suo alternarsi continuo di passato e persente (questo purtroppo rompe la forza e la brutalità visiva delle immagini del "film nel film" dedicate direttamente al genocidio.) ma la scelta di EGOYAN rappresenta il suo grido verso una società globale che non ha spazio per ricordare
tragedie come questa (infatti il ricordo sarà uno dei fili conduttori del film)ed è anche un incantevole elogio del lato più umano del cinema, il cinema come "arte della memoria",come monito che ci faccia amare davvero le nostre piccole grandi sicurezze e non più come semplice "svago",
come semplice "evasione".