Dopo aver letto i commenti su questo sito mi aspettavo un film carino ma non eccezionale...invece ho trovato un gran bel film,ben interpretato da quel genio di John Malkovich ma nel complesso molto piacevole.Molto ricco di suspance, mi ha tenuto incollato alla poltrona...Lo consiglio vivamente agli appassionati di thriller o a chiunque voglia vedersi un bel film.
Film che mescola ambientazioni nobili, arte e musica alla follia incontenibile di uno spietato personaggio incosciente. Degno di una pellicola di questo genere, Malkovich supremo
Davvero un film ben fatto, solido, asciutto, ben sceneggiato e diretto, ottimo cast. Nel complesso, un buon prodotto che punta sul realismo con la giusta dose di tensione e suspance.
Chi ha letto il bel romanzo di Patricia Highsmith,all'inizio fa fatica a calarsi nell'ambientazione scelta dalla Cavani.Spostare la vicenda dalla provincia francese a quella italiana lascia un pò perplessi (saremo esterofili?).Il film si apre su Berlino,ma le inquadrature un pò statiche e anonime ci ricordano + i telefilm dell'"Ispettore Derrick" che non un film d'autore...Poi appare John Malcovich,attore straordinario e ambiguo a dare un senso al film che,dopo un inizio faticoso,riprende vita.Purtroppo il resto del cast non è assolutamente all'altezza,a partire dall'insipida Chiara Caselli che non rende affatto la poliedricità caratteriale della moglie di Ripley.Il film comunque mantiene una buona tensione fino alla fine (bella la scena del duplice omicidio sul treno)e rende bene il sottile filo psicologico che unisce i 2 protagonisti maschili.A tal proposito,la Cavani come la Highsmith nei suoi libri,accenna ad una omosessualità latente di Ripley.
Sono un amico di liliana cavani eh ho fatto comparse per lei. ha deciso di buttarsi in storie americane, amava la scrittrice hightsmith, quindi, ha accettato di girare sta cosa, ma cara cavani: il tuo cinema e modo gi girare è ormai obsoleto, in queste sequenze, manca la saspence, mancano gli ingredienti per fare paura, anche se è un thriller, i personaqggi sono descritti in modo troppo marcato, specialmente il bottegaio, cosi vulverabile all'inizio, poi all'improvviso così pronto al gioco. io il film l'ho visto a carpi alla prima: e' ovvio che dopo tanti anni, mi sono emozionato a pensare che ha fatto strada all'estero, ma mi chiedo perchè ora non resta in italia, poi ho saputo che sta finendo con moscati la sceneggiatura sul film di tostjoi, e un'altra sulla vita di de gasperi. bene, cavani, andare all'estero, come per tanti è servito per farsi apprezzare qui. ciao da michele sueri modena.