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Gangs of New York

Opinioni presenti: 304
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Una storia istruttiva

(8/10) Voto 8di 10

Mi trovo d'accordo con la conclusione della recensione di Valerio Salvi "qui si usa la cinepresa per trasmettere un messaggio forte: speriamo che qualcuno l'ascolti". Sarà che ho visto il film in DVD, ma mi è sembrato che il sangue ed il macello fossero davvero un pretesto per raccontare una storia, la nascita dell'Amerika. Qual'è il messaggio che il regista ci vuole dare? Che la violenza genera altra violenza. Infatti dalla guerra per bande e per coltelli, che prevedeva comunque il rispetto tra i contendenti (Bill ed il prete), nonostante la diversità di ideali e di religione, si passa inopinatamente alle cannonate. Cannonate legittime, sparate dallo stato sovrano che deve affermare la "legalità". Quali sono i punti di contatto di questo film con i western? L'onore, la sopraffazione dei deboli, l'affermazione della legge per mezzo di uomini (gli sceriffi) molte volte collusi con i poteri forti, le esecuzioni capitali "in nome" della legge, il duello finale. Che cosa invece lo differenzia: i nativi, la gli indiani, usurpati dei loro territori, qui gli stessi europei. Nel West la conquista della terra, intesa come spazio vitale per allevare animali e viverci, a NY il territorio inteso come ambiente metropolitano dove vivere di ruberie, espedienti, taglieggiamenti, politica....... Li la prateria, gli spazi, l'inseguimento tra le montagne di uomini soli, qui la caverna, la macelleria, le masse umane... delle nostre città. Insomma analogie e diversità che caratterizzano due generi (quanti film sulla mafia siciliana, simili a questo, abbiamo visto?) piuttosto che storie molto diverse tra loro. Cos'altro aggiungere? Di Caprio sembra il bello addormentato, non gli si attaglia proprio il ruolo del violento, neanche quando lancia i coltelli o si confronta faccia a faccia con Daniel Dew Lewis, invece bravissimo e versatile. Cameron Diaz, simpatica ladra, improbabile prostituta ed ancora più improbabile innamorata del bel Di Caprio. Bravi gli altri caratteristi, ma sopratutto belle le scene corali e d'ambiente tutte girate a Cinecittà e senza effetti speciali, mi sembra. Insomma un buon film, una storia istruttiva, per chi ancora considera l' Amerika nostro faro, punto di riferimento culturale, economico, sociale etc.



Giuseppe, 55 anni, Milano.




comparse e stunts

(10/10) Voto 10di 10

Come puntualizzazione all'articolo di Valerio Salvi in questo sito,e'bene dire che dopo grandi sacrifici e professionalita' degli stunts italiani e di chi li ha coordinati (Claudio Pacifico), non e' certamente qualificante essere declassificati a ruolo di "comparsa addestrata", avendo dimostrato a tutto il mondo la professionalita' e la preparazione della categoria. In questo film, si e' cercato di dimostrare che in Italia il cinema d'azione si fa e si puo' fare a livelli da oscar, garantendo sempre un risultato indiscutibile. Si conferma inconfutabile la validita' della scuola degli stunts italiani che grandi cose fecero, nel passato, in kolossal quali Cleopatra, Ben Hur, Barabba, i western di Sergio Leone e il celeberrimo Gattopardo. Tito Tomassini Maestro d'armi



Tito, 54 anni, Roma (RM).




Splatter di qualità

(5/10) Voto 5di 10

Confusione. Questa in sintesi l'impressione che ho avuto alla fine del film, un film sempre in bilico fra il colossal (grandi movimenti di massa e di comparese; scenografia accurata; grandi e bravi attori; ecc...) e lo "spaltter" (fiumi di sangue rosso arancia; teste spaccate; coltellacci da macellaio che tagliano e sbudellano; spari sulla folla inerme; cannoni che sventrano e maciullano; ecc...). Un film forse un po' troppo esagerato e anche stereotipato. Una New York da incubo dove quella di Sergio Leone in "C'era una volta in America..." sembra un college per rampolli di buona famiglia. Scorsese esagera e calca forse troppo la mano per rappresentare quello che ha in mente; gigioneggia con le comparse e con se stesso (decide di apparire in una breve scena neppure fosse il mitico Hitchcock), e crea i personaggi con linee nette di demarcazione: i cattivi sono cattivi all'ennesima potenza, i buoni sono indiscutibilmente buoni. Punto. Poi ci sono gli accenni "sociali": l'opposizione fra "nativi" e irlandesi; i ricchi politicanti che cercano di strizzare l'occhio alle gangs e contemporaneamente vogliono distruggerle; la chiamata alle armi per la guerra di seccessione, e così via. E poi il tradimento, la vendetta, l'amore. Forse un po' troppa carne al fuoco, forse troppa confusione per un film che rimane un buon film, ma stereotipato e violentemente violento.



Fabio, 49 anni, Roma.




Mi aspettavo di piu'

(6/10) Voto 6di 10

Era proprio necessaria l'impostazione "macelleria" a tutti i costi??? non metto in dubbio che i tempi descritti fossero violenti e che il sangue vi scorresse a fiumi..... ma da scorsese mi aspettavo più stile e meno truculenza acchiappa spettatori. di caprio poi è sempre una delusione (che sia stato lui ad imporre che il suo bel visino non rimanesse orribilmente e definitivamente deturpato?) mentre gli altri attori sono decisamente più incisivi e calati nella parte. bella la scenografia (anche se un po' ripetitiva) ma costumi sanno proprio tanto di sartoria teatrale. zanzara 47 anni - milano



Grazia, 47 anni, Milano (MI).




On my challenge...

(10/10) Voto 10di 10

7 di media a Gangs Of New York??? adesso capisco perchè Massimo Boldi e Cristian De Sica fanno i miliardi ogni natale... è proprio uno scandalo.... Per quelli che denigrano il film,sapete cosa diceva Oscar Wilde? ''non è l'arte che deve diventare più popolare ma il popolo che deve diventare più artistico'' ed è ignobile che Daniel Day Lewis non abbia vinto l'oscar,è una delle più grandi interpretazioni della storia del Cinema.... d'altronde quelli che danno gli oscar non capiscono un c***...Scorsese e Kubrick non hanno mai vinto l'oscar alla regia...mi viene da ridere e da piangere.



William, 47 anni, Five points.





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