"Vampires" non è uno dei più riusciti di Carpenter, pur se contiene effetti di suspence e melodici suoni blues ascoltabili ed inimitabili.La storia parte bene quanto il finale "telefilmesco", anche se tutto con un andazzo veloce e molto ritmato. Non va' per niente l'attore James Woods, non tanto azzeccato per la parte (per non parlare del doppiaggio orrendo).
Come giustamente ricordato da Luigi di Terracina, quello di ambientare una storia di vampiri nel west americano era un esperimento già tentato dalla Bigelow con “Near Dark”. Se il risultato raggiunto dalla regista di "Point Break" era eccellente (secondo me “Near Dark” è il film sui vampiri più bello degli anni ’80 e 90’ dopo “Intervista con il vampiro”), quello raggiunto dal pur mitico Carpenter con “Vampires” è appena mediocre. Principale neo del film, oltre ad una sceneggiatura un po’ stupida, è l’interpretazione dei suoi attori. Veramente poco credibili James Wood (nella parte di un Bounty Killer di Vampiri in giacca di pelle e con occhiali da sole Ray ban) e l’attore che interpreta il Maestro dei Vampiri. Unico vero punto di forza della pellicola è la colonna sonora che, se non erro, è stata come al solito composta da Carpenter in persona.
mamma mia ragazzi, che film... la visione della pellicola è stata accompagnata da sonore, grasse risate del sottoscritto, una vera figata vedere Woods uccidere vampiri gridando "muori, bastardo, muori..."; e poi con quel vestitino alla Fonzi di Happy Days. Eh già, un vero duro il nostro Crow. La pellicola è davvero mediocre e non è un caso che sia passata pressochè inosservata. Insomma, non c'è horror, non c'è introspezione, non c'è tensione, non c'è dramma. Per fortuna che Carpenter ha firmato una splendida colonna sonora. Ma è un po' troppo poco, non vi pare?
Horror western, sulla scia del vero cult movie "Il buio si avvicina" di kathrin Bigelow.
Non male, carpenter mischia un po' i generi, fa il suo film più western anche se meno elegante, cita Hawks, e firma una bellissima soundtrack.
Da antologia secondo me la prima sequenza, nella quale la squadra composta da veri professionisti si prepara all'attacco.
Checchè se ne dica, per quanto abusata come espressione, leggere il libro dal quale un film è tratto è sempre più gratificante. E purtroppo, Vampires non sfugge a questa ferrea regola. E io che ho avuto, credo come pochi, l'onore e il piacere di leggere il libro di Steakley (lo consiglio caldamente agli appassionati del genere) non posso non storcere il naso se il risultato è un film che stravolge totalmente la bellissima trama del libro, con attori non in parte e che non evoca il sano, puro terrore, che trasudano le pagine scritte. E fin qui, qualcuno potrebbe obiettare che sono troppo pedante. E invece no! Il libro presenta bellissimi interludi che spiegano benissimo il ruolo del pistolero(personaggio assente nel film) scelto da Crow, e assenti nel film. Tanto di cappello a James Woods, che prova a fare il Jack Crow con tonnellate di muscoli in meno rispetto al Crow del racconto, ma dubito fortemente che il film possa reggersi sulle proprie gambe solo grazie allo sguardo truce dello stesso Woods. Passi questo, ma almeno che il personaggio si approfondisca, si evolva. Crow è un personaggio complesso, non si può ridurlo a un banale e volgare stereotipo, tipo duro con occhiali neri e parolaccia facile, come effettivamente è mostrato. E così tutti gli hunters. Perchè poi del gruppo resta solo Montoya(perchè Montoya e non Cat? Boh?!) e non quelli della nuova banda? Perchè non c'è almeno il conflitto interiore dei personaggi e non solo l'horror/splatter? E perchè la storia d'amore tra Montoya (ancora?) e la donna? Che senso ha? E perchè mancano proprio i personaggi? Avessero almeno conservato i nomi e la parte finale del libro...chissà. D'altronde, è il finale che fa il film (avete visto il ladro di orchidee?). Conoscendo Carpenter, e avendo divorato il libro, dalla macchina narrativa per niente convenzionale, ho sperato in un grande film. Non è stato così. Il film non ha nulla a che vedere con il libro, a parte il nome. Capisco che se la pellicola avesse ricalcato pedissequamente il libro, sarebbe bastato leggere quest'ultimo (e la gente oggi è ormai totalmente disabituata alla lettura...e azzeriamo la cultura!), ma qui, come in altri casi, si esagera. Il soggetto sembra preso da tutt'altra storia. La sceneggiatura poteva essere meno scontata. Non si può stravolgere una storia in questo modo. Non si può sempre e solo sottostare alle leggi del business, commercializzare l'arte e renderla popolare, perchè solo così se ne assicura la distribuzione. Un horror non è un genere minore, anzi, ma qualcuno sembra avere in merito un'opinione diversa. Il mio voto è quattro, due stelle per amore verso Carpenter e altre due perchè il film, tutto sommato, se si ignora l'esistenza del libro, è il solito horror vieto e trito da vedere in compagnia quando non si hanno film migliori tra le mani. Ma stavolta il vecchio John mi ha deluso.