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Milano in the Cage - The MovieLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato23 maggio 2017Voto: 6.5
“Milano in the Cage - The Movie” è la pellicola drammatica diretta da Fabio Bastianello, che racconta di un uomo la cui vita non è affatto semplice. Ambientata a Milano, la storia vede protagonista Al (Alberto), un uomo di 36 anni che ha mancato di essere padre e che vuole recuperare il tempo perduto. La disciplina estrema di MMA sarà una possibile via di fuga da un mondo fatto di sacrifici, di perdite e di affari illeciti. Infatti la chance per riscattarsi arriva con la finale del torneo “Milano in the cage”, un incontro realmente combattuto per il film, nel quale Al si gioca il tutto per tutto per regalarci un finale che nessuno potrà conoscere fino al suono del gong. Perché, appunto, l’incontro è stato registrato al momento. Chi sarà il vincitore?
Nonostante il film di Fabio Bastianello sia stato realizzato con un budget ridotto, il regista ha reso bene l’idea del mondo in cui vive il protagonista Alberto. Questo è stato possibile grazie ai primi piani - predominanti nella pellicola - e ad una colonna sonora graffiante e fresca, che rispecchia quella dell’uomo di strada. Infatti, a prevalere è la musica rap. A colpire del film è la credibilità degli interpreti stessi, che non sono attori professionisti ma impersonano loro stessi. La pellicola, infatti, è tratta dalla vera storia di Alberto Lato e vede nel cast Cristian Stelluti, Antonella Salvucci, Claudio Alberton, Lorenzo Bastianello, Roberto Nosenzo, Omar Pedrini, Emiliano Ronchi e Alex Celotto. Tutti credibili - chi più chi meno - perché raccontano una vicenda che conoscono bene, che hanno vissuto e che rende il film più realistico, ma poco naturali davanti alla camera da presa. Sarà che non erano mai stati di fronte ad una cinepresa, ma qualche momento di imbarazzo si intravede. Altro aspetto importante è dato dal linguaggio adottato dai protagonisti, che mette in luce il loro ambiente in quanto possiamo definirlo molto ‘terra a terra’. Nessuno si preoccupa di apparire elegante perché si vuole mostrare una realtà vera, senza usare troppi tecnicismi - sia a livello di dialogo e sia in termini di regia - ed esprimendosi con battute dirette, che mirano dritto al cuore e talvolta fanno male. Non solo ad Alberto, ma anche ad un possibile spettatore, che magari sta vivendo la sua stessa situazione: un uomo separato che vorrebbe il meglio per il proprio figlio, ma non è mai riuscito a dimostrarglielo e ha poche possibilità di conquistare la sua fiducia, il suo amore. Eppure, c’è sempre un modo per uscire da una condizione difficile: in questo caso, è lo sport che si concretizza nel combattimento di “Milano in the cage”, l’evento di genere più importante d’Italia. Inoltre, è bene dire che il regista di “Milano in the Cage - The Movie” utilizza uno stile documentaristico, anche se la pellicola - mai prevedibile anche perché fino all’ultimo non possiamo sapere chi vincerà l’incontro finale - non può essere considerata un docufilm. Infine, il progetto ha un ritmo altalenante che oscilla tra il sostenuto e l’incalzante e si avvale di una fotografia dai toni prevalentemente scuri e freddi. La frase dal film:
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