Matrimoni e altri disastri
Dinanzi al sacerdote, nel giorno del loro matrimonio, Francesca Inaudi e Fabio Volo sono Beatrice e Alessandro.
Con un balzo indietro nel tempo, però, quella che viene raccontata nel terzo lungometraggio della napoletana classe 1975 Nina Di Majo, regista di "Autunno" (1999) e "L’inverno" (2002), non è la festa del loro giorno più bello, bensì l’organizzazione delle nozze, assurdamente affidata a Nanà, sorella quarantenne di Beatrice che, allergica ai matrimoni e interpretata da Margherita Buy, gestisce una piccola libreria a Firenze insieme a Benedetta alias Luciana Littizzetto.
Quindi, è attraverso una struttura circolare che vengono tirati progressivamente in ballo i personaggi che ruotano attorno alla super-single, per nulla intenzionata ad arricchirsi affermandosi professionalmente e a trovare l’uomo della sua vita, pur essendo segretamente innamorata del narcisissimo e avventuroso romanziere Bauer, il quale, con le fattezze di Mohammad Bakri, la sfrutta per piccole collaborazioni.
Personaggi che, in un racconto riguardante un mondo di donne uomini che si cercano senza capirsi, includono uno squinternato filmmaker svedese con la passione per Lars Von Trier e le trasmissioni televisive di Maria De Filippi (!!!) e l’intrattabile figlio di Benedetta, Leonardo, cui Nanà dà ripetizioni.
Ma, a partire proprio da una Littizzetto decisamente sprecata, come buona parte del cast, quella che, prendendo ispirazione sia dalla commedia americana degli anni Cinquanta e Sessanta che da quella contemporanea europea, avrebbe voluto essere un’affettuosa critica su celluloide a una certa ricca borghesia chiusa ed auto-referenziale, classista anche quando si dichiara democratica, non riesce in alcun modo a convincere.
Infatti, dopo un avvio che sembra promettere regia frizzante e gag esilaranti, le occasioni per ridere latitano, complice una sceneggiatura che, scritta dalla stessa regista insieme a Francesco Bruni e Antonio Leotti, gira a vuoto tra tristi battute e svelamento di foschi segreti.
Mentre, ammorbati dalla fiacchezza generale, l’unica cosa che rimane da fare è ascoltare i bei vecchi hit della colonna sonora, da "Un bacio è troppo poco" di Mina a "This magic moment".
La frase: "Ci si sposa una volta sola nella vita, bisogna fare le cose alla grande, no?".
Francesco Lomuscio
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