Lost in Beijing
Quando questo film è stato presentato al 57° Festival internazionale del cinema di Berlino, la sua anteprima è stata avvolta da un alone di mistero e di sotterfugio, elementi che sono un autentico toccasana per qualunque festival cinematografico. Fino all'ultimo secondo non si sapeva quale versione avrebbero mostrata, se quella integrale o quella "tagliata". La censura del governo cinese ha trovato alcune sequenze del film poco salubri per la vita del paese o scarsamente patriottiche.
Il riferimento era a scene di sesso molto esplicite e ad un allusione alla corruzione di funzionari statali. In ogni caso la versione integrale è stata mostrata alla stampa e ai compratori delle case delle varie case distributrici sparse in tutto il mondo, mentre al pubblico è stata poi mostrata una versione addomesticata. Difficile dire quale versione verrà di fatto distribuita, anche se la regista ha dichiarato che per lei non esistono diverse versioni, ma "una sola edizione", quella da lei concepita e montata secondo la sua visione.

Non si tratta di semplici dettagli, le scene incriminate sono del tutto funzionali allo svolgimento della trama, e l'intelligibilità di alcune parti del film potrebbe essere compromessa a causa dei tagli imposti. Lost in Beijing parla della storia di quattro personaggi le cui esistenze si congiungono e si rimescolano per uno sfortunato incidente.

La giovane moglie di An Kun, Ping Guo, viene violentata dal capo di lei, Lin Dong. In seguito scopre di essere incinta. An Kun vorrebbe ricattare Lin Dong con la minaccia di denunciarlo per stupro, ma Lin Dong propone uno scambio. Siccome lui e sua moglie sono senza figli, propone di accordare una somma di denaro ai due giovani in cambio della cessione del figlio che sta per nascere.

Attraverso le vicende umanissime dei quattro protagonisti viene mostrata la parabola della Cina di oggi, e del difficile passaggio da un'economia statalista al libero mercato. Questo delicato processo di transizione, che porta alla nascita di nuovi ricchi, provoca delle brusche ed imprevedibili trasformazioni nei valori tradizionali e nella stabilità della famiglia, visto che tutto è "acquistabile" e "contrattabile". Nello sfondo una Pechino dura e insensibile, inaccessibile ai molti immigranti che vengono dalle campagne e finiscono per perdersi nei suoi abissi vertiginosi.
Molto interessante l'uso della canzone dei Portishead "Undenied", che da sola dà molte indicazioni sulla natura di questa pellicola, fuori dall'ordinario per molte ragioni. Del resto, non capita spesso di sentire trip-hop in un film dell'estremo oriente.

La frase: "Dottore, deve cambiare il gruppo sanguigno del bambino!"

Mauro Corso

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