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Il traduttore

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Roberto Leofrigio26 maggio 2016Voto: 4.0
 

  • Foto dal film Il traduttore
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Andrei Bina (l'attore polacco Kamil Kula) è uno studente rumeno che studia all’Università grazie ad una piccola borsa di studio ed arrotonda lavorando la sera in una pizzeria. Al fine di ottenere il permesso di soggiorno e per poter far arrivare in Italia la sua ragazza della Moldavia, viene coinvolto dalla questura e da una combattiva ispettrice di Polizia (interpretata da Anna Safroncik) in una operazione speciale: Andrei collabora con le forze dell’ordine nella traduzione dal rumeno delle intercettazioni dei suoi connazionali ed in cambio la sua pratica avrà un percorso agevolato.

Il protagonista della pellicola non è, tuttavia, solo un brillante traduttore, egli conosce bene i poeti del suo paese ed è un ottimo traduttore di poesie per una casa editrice, inoltre conosce bene il tedesco e per il tramite della sua professoressa di Università viene messo in contatto con l'antiquaria Anna Ritter (Claudia Gerini), che vorrebbe far tradurre il diario del marito tedesco recentemente scomparso, una lingua che lei conosce troppo poco.
Dagli incontri per le traduzioni dal tedesco nasce una grandissima attrazione tra il giovane studente e la vedova. Andrei si fa coinvolgere da questa travolgente relazione, si dimentica totalmente della sua ragazza moldava. Volutamente sfrutta la sua posizione di traduttore e nasconde i reali contenuti del diario del marito della vedova. Nel contempo Andrei viene sempre più coinvolto nelle vicende giudiziarie legate ai suoi connazionali, giungendo a tradire anche questi ultimi.

La pellicola di Massimo Natale si presenta come un poliziesco, un noir, una storia d'amore e le premesse della trama sembrano buone, tuttavia poi naufragano quasi subito.
Novanta minuti di un film che non riesce quasi mai a coinvolgere o sorprendere, di certo anche a causa di una sceneggiatura troppo debole.
La brava Claudia Gerini, tenta di provarsi in un ruolo che forse non le appartiene cioè quello drammatico; è triste dare etichette ma ormai le storiche performance con Verdone ed anche l'innata simpatia dell'attrice (che durante la conferenza stampa ha dato il meglio di sé divertendo non poco la platea dei giornalisti), ce la fanno considerare più valida nella commedia che nel melò.

Il Traduttore nasce anche con delle ambizioni che vede la partecipazione di una produzione polacca e l'attore Kamill Kula cimentarsi in italiano, con una discreta prova nel parlare la nostra lingua, ma insufficiente nella recitazione. Massimo Natale cerca in tutti modi di raccontare la storia girando in modo intimista con molti primi piani, una discreta fotografia, che però non riescono a trasmettere quelle emozioni che erano nelle intenzioni del regista e degli attori.

Il risultato complessivo delude: se l'idea era quella di mostrarci il percorso del giovane traduttore che da bravo ragazzo/fidanzato modello, si trasforma, cambia per virare in un lato oscuro, per andare alla ricerca di una vita facile, ecco questa idea alla base alla pellicola risulta troppo frammentaria e confusa, e alla fine abbiamo solo il risultato di un film che si dimentica quasi subito.


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