Il ragazzo con la bicicletta
Già due volte Palma d’oro, i fratelli belgi Luc e Jean Pierre Dardenne, tornano in concorso a Cannes con il loro solito stile neo neorealista, stavolta per raccontare la storia di un povero ragazzino abbandonato dal papà in orfanotrofio senza neanche il coraggio di dirgli che non ha più voglia di vederlo. Una trama semplice, completamente incentrata sul piccolo protagonista, sulla sua combattività, sulle sue illusioni, sul suo dovere essere uomo prima del tempo, nonostante, per sua fortuna, una parrucchiera della sua cittadina decida presto di prendersi cura di lui.
Una trama non troppo elaborata che i due cineasti riescono a rendere interessante dall’inizio alla fine grazie alla sottigliezza con cui descrivono il carattere e le azioni dei vari personaggi. E’ vero che alcuni dialoghi risultano un poco forzati, come ad esempio quello del compagno della parrucchiera, improvvisamente colpito da quella banale frase "O me o lui", di cui si farebbe sempre a meno, ma il modo con cui la narrazione si dipana è tanto naturale quanto alla fin fine avvincente. Le varie parentesi con cui si struttura la storia si chiudono sempre in tempi brevi. L’apparizione del padre non viene tirata per le lunghe, così come il rapporto con il delinquente o la risoluzione della "bravata" che rischia di segnare per sempre il futuro del ragazzino. Si ha un po’ la sensazione che questo modo di raccontare a volte si esagerato, tanto da fare apparire alcuni passaggiun po’ tirati via, affrontati di fretta per non perdere tempo (in tal senso il finale è un po’ emblematico, l’happy end, comunque apprezzabile, stona con il tono generale del film), ma il giudizio complessivo è comunque positivo. Con la loro semplicità di stile e soggetti, i Dardenne fanno un cinema vicino alle persone, umano, in questo caso non particolarmente riuscito, ma comunque al di sopra di tanti prodotti contemporanei. La prima parte, fino al forzato discorso del papà al figlio, è tanto commuovente quanto sincera.
Riguardo la recitazione, la bella e brava Cécile De France riesce a dare equilibrio ad un resto del cast in molti casi visivamente alle prime armi, come è solito per i Dardenne. Non sarà Coppa d’Oro, ma ci si può accontentare.

La frase: "Mio padre non ha venduto la mia bici, è stata rubata".

Andrea D'Addio

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