2 Fast 2 Furious
Quando hai la velocità ed i motori nel sangue non c'è nulla da fare, e questo Brian (Paul Walker / I teschi) lo sa benissimo. Dopo essersi infiltrato in una gang di "street racers" nel primo episodio, è rimasto affascinato dal mondo dei motori ed ora che è stato espulso dalla polizia si guadagna da vivere nelle corse clandestine di cui è divenuto maestro.
Ma inaspettatamente giunge l'occasione per riscattarsi: il suo vecchio capo gli offre la possibilità di infiltrarsi come corriere nell'organizzazione dello spacciatore Carter Verone (Cole Hauser / Tigerland) per affiancare un altro agente infiltrato, Monica (Eva Mendes / Once upon a time in Mexico), la cui copertura inizia ad essere a rischio.
Per questa operazione Brian ha bisogno di una "spalla", una seconda guida in grado di seguirlo ovunque ed il migliore è il suo vecchio compagno, ora galeotto, Roman (Tyrese / Baby Boy). I due non vanno propriamente d'accordo, oltre al fatto che Roman è leggermente insofferente all'autorità, ma ormai i due sono in ballo e la situazione si fa sempre più calda.

Le star del film più che gli attori sono le macchine non solo le giapponesi già ampiamente sfruttate nel primo episodio (questa volta un Nissan Skyline R-34 ed una Mitsubishi Evolution 7) ma anche i classici cavalli americani di una Hemi Dodge Challenger ed una Yenko Camaro, più almeno altre 400 "comparse". Corse spettacolari, stavolta non più sul "quarto di miglio", ma anche con qualche curva e un pò di traffico, ed effetti vari sia digitali che di stunt. Certo appare chiaro che agli americani fa sempre un grandissimo effetto vedere qualcuno in grado di usare un cambio manuale a giudicare dal numero di inquadrature che Singleton ha dedicato a questo "difficilissimo" gesto. Alla fine l'effetto è assicurato: qualche gara mozzafiato, un pò di acrobazie, un pizzico di love-story, una spruzzatina di azione e le classiche gag in "bianco e nero". L'unico neo, in un film all'insegna del glamour e dell'immagine, sono le presenze femminili: se Eva Mendes non è proprio la classica bellezza mozzafiato, l'altra star, la modella Devon Aoki, si può tranquillamente definire brutta (incredibile, ma vero).
Beh, non vi resta che correre a vederlo ed occhio all'autovelox.

Curiosità: Gli Universal Studios avevano stilato due sceneggiature per il sequel, una con Vin Disel e l'altra senza nel caso, appunto, che non avesse accettato.

La chicca: il soprannome di Brian è "Bullit", proiettile, chiaro omaggio al driver per eccellenza Steve McQueen protagonista dell'omonima pellicola.

La frase: "Non ti sognare neppure di prendere la cabriolet, ti vola il gel dai capelli."

Indicazioni:
Se avete "sgasato" alla prima pellicola non potrete non spingere a tavoletta anche per questa.

Valerio Salvi

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