FilmUP - Recensione: Dead Man's Shoes - Cinque giorni di vendetta

Dead Man's Shoes - Cinque giorni di vendetta
Richard e Anthony sono due fratelli molto uniti ma anche moto diversi. Il primo è un soldato, risoluto, forte, propositivo, Anthony è debole ed affetto da un leggero ritardo mentale. Richard da buon fratello maggiore è premuroso e protettivo, Anthony dolce e gentile. Dopo molti anni i due ritornano nella loro vecchia città e ricordano le vicende passate. La loro però non è una visita di cortesia: devono sistemare un vecchio conto lasciato in sospeso. Richard sa dove trovare i suoi "amici" di un tempo, ha un piano ben studiato e una grande forza di volontà... per i malviventi non ci sarà via di scampo.
Il regista indipendente Meadows, premiato nel 1997 per il suo primo lungometraggio 24/7 proprio alla mostra del cinema di Venezia, e attualmente nelle sale con la commedia C'era una volta in Inghilterra, affronta qui lo scottante tema della vendetta. La scelta di un soggetto così poco convenzionale si rivela subito giusta: la trama scorre fluida e senza intoppi è semplice da seguire, immediata, veloce. A scene cruente, forti, forse addirittura feroci, se ne alternano altre di una dolcezza infinita, in un mix di generi che rende indefinibile la pellicola. Novello Rambo di inizio secolo, meno sbruffone e più "umano" del suo predecessore d'oltreoceano, l'eroe del film non si ferma davanti a nulla pur di tener fede ad una sua promessa. Richard riesce ad essere tanto amorevole con il fratello quanto truce con coloro che gli hanno fatto del male. Non ci sono vie di mezzo, si passa da un'emozione a quella opposta in un breve lasso di tempo. L'istinto, l'irruenza e la caparbientà sono il leith motiv di tutta la storia. L'amore che lega i due fratelli va oltre le scelte razionali. Il loro legame che viene sottolineato fin dai primi fotogrammi, è di quelli destinati a sopravvivere a tutto.
A fare da contorno a questo bel soggetto, troviamo musiche country alternative e una splendida campagna inglese che avvolgono in un'aura magica la tragica vicenda.

Teresa Lavanga

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