Mister Chocolat e Fräulein - Una fiaba d'inverno in dvd

L'incredibile storia vera di Rafael Padilla.
Visto nelle nostre sale ad Aprile 2016, è questo "Mister Chocolat" di Roschdy Zem, a proposito di cui il regista rivela: "Questo film nasce dall'incontro del cinema con uno storico francese che aveva scritto il libro di cui si sono poi impadroniti i miei produttori. Esistevano pochi elementi riguardanti Rafael Padilla, quindi abbiamo dovuto trasformare la sua storia in una fiction; sapevamo soltanto che era stato uno schiavo in tenera età e che poi venne venduto, oltre al fatto che ha conosciuto il successo, che si recava dai bambini in ospedale e che ebbe una storia d'amore con la donna che vediamo nel lungometraggio. Tra l'altro, la permanenza in prigione è inventata e sappiamo che lui e George Footit si conobbero in un circo di provincia, non a Parigi come mostro io".
Il Rafael Padilla conosciuto, appunto, con il nome d'arte "Chocolat" e che, interpretato dall'Omar Sy di "Quasi amici - Intouchables", diventa il primo artista nero di Francia costituendo insieme al clown Footit alias James Thierrée un duo senza precedenti nella Parigi della Belle Époque.

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Duo la cui amicizia profonda finisce per essere rovinata da questioni legate al denaro, al gioco d'azzardo e alla discriminazione razziale dovuta ad un'epoca di pregiudizi; nel corso di oltre un'ora e cinquanta di visione in cui attrazioni circensi e discutibili leggi francesi di allora si alternano nel lasciare spazio anche ad un accenno di omosessualità ed ai fratelli Lumière.
Senza scadere mai nel patetico ed evitando di apparire prolissa nel raccontare un periodo in cui una determinata maniera di far ridere gli spettatori non si chiamava ancora satira, appassionando il pubblico che può finalmente goderne anche tra le pareti domestiche grazie al dvd edito da Videa, corredato di galleria fotografica e trailer nella sezione riservata ai contenuti speciali.
La stessa Videa che lancia nel mercato dell'home video digitale anche "Fräulein - Una fiaba d'inverno" di Caterina Carone, il cui titolo fa riferimento al nomignolo affibbiato alla solitaria, scontrosa e testarda zitella Regina, ovvero Lucia Mascino, proprietaria di un albergo chiuso da tre anni in un desolato paese di confine lontano dal mondo comune e privo di coordinate spazio-temporali.
Albergo dove vive in compagnia di una gallina bianca dal portamento aristocratico e in cui, improvvisamente, irrompe lo smarrito e infantile turista Walter incarnato da Christian De Sica, qui lontano dalle pellicole comiche natalizie che gli hanno dato la notorietà, ma che non manca, comunque, di regalare occasioni per sorridere.
Perché, man mano che lo vediamo avanzare la pretesa di soggiornare nella struttura sebbene la donna respinga più volte la sua richiesta, è in maniera evidente una commedia dai toni surreali quella destinata a prendere progressivamente forma.
Commedia fornita di un certo fascino appartenente ad una vecchia concezione di spettacolo e al cui interno svolge una significativa funzione allegorica la grande tempesta solare che arriva a colpire il posto, provocando l'intensificazione dei blackout e di una strana sensazione di precarietà diffusa tra la gente.
Allegorica in quanto contemporanea alla burrasca ben più profonda che si scatena nella protagonista in seguito all'arrivo dell'uomo, diverse volte in preda a visioni di una bambina nel bosco; man mano che la colonna sonora di Giorgio Giampà richiama vagamente alla memoria quella elfmaniana dell'"Edward mani di forbice" di Tim Burton.
Al servizio della storia di uno scontro che diventa un incontro tra due persone segnate dalla vita e schiacciate dalla solitudine... con il solo trailer quale extra.