In blu-ray gli inediti Die e The white storm

1976: un uomo si spara in testa davanti agli occhi del figlio piccolo.
Inizia così "Die" (2010), lungometraggio d'esordio del canadese Dominic James, annoverante tra gli interpreti la bondiana Caterina Murino nel ruolo d'ispettrice di polizia.
Ispettrice non troppo distante, in fin dei conti, dalla Clarice Starling che permise a Jodie Foster di guadagnarsi il premio Oscar ne "Il silenzio degli innocenti" (1991); sebbene, appaia subito chiaro che, più che imitare le vicende cannibalistiche di Hannibal Lecter, l'intenzione della pellicola sia quella di riallacciarsi alla moda del perverso gioco enigmistico ad eliminazione umana lanciato dalla gettonatissima saga "Saw".
Non a caso, il plot si basa su sei personaggi che, improvvisamente ritrovatisi prigionieri in un complesso sistema di celle, finiscono nelle grinfie di un misterioso individuo che li costringe, a turno, a decidere per il destino di uno degli altri attraverso un gioco basato sul lancio di un dado.
E perfino la rivelazione finale ricorda non poco quelle che spingono il torturatore dalla faccia di Tobin Bell a scegliere le proprie vittime; anche se, in questo caso, nonostante un uomo annegato vivo all'interno di una cabina di vetro e una donna dissanguata, la truculenza è assente e, fortunatamente, non si esagera in sadismo.

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Man mano che il Fabio Fulco di "Vita smeralda" (2006) e l'Elias Koteas di "Blood story" (2010) rientrano tra i volti noti di una vicenda è in parte accostabile anche a "Cube-Il cubo" (1997) di Vincenzo Natali (si pensi all'analogia tra il dado e il cubo).
Una vicenda che non annoia affatto, oltretutto impreziosita da una buona recitazione e da una curata confezione comprendente una regia degna di nota, e che Pulp Video provvede a rendere disponibile su supporto dvd tricolore.
Con due scene tagliate, sei minuti di papere, undici di backstage e interviste a John Pyper-Ferguson, Emily Hampshire, Karl Pruner, lo sceneggiatore Domenico Selvaggio e i già citati Murino e Koteas nella sezione extra.
Un making of di diciotto minuti, invece, arricchisce il disco in alta definizione di "The white storm" (2013), che, diretto da Benny Chan, si concentra su tre amici per la pelle: l'ambizioso ispettore capo della sezione narcotici Ching Wan Lau, il poliziotto che agisce sotto copertura Louis Koo e Nick Cheung, fedele subalterno del primo.
Tre amici per la pelle il cui legame fraterno rischia di essere messo a rischio quando vengono a sapere che un boss criminale sta per portare a termine il più grande affare della sua carriera con un signore della droga.
Perché il primo è convito che la cattura di quest'ultimo possa rappresentare la svolta per ottenere una promozione, il secondo, al suo ultimo incarico, accetta con riluttanza di lasciare Hong Kong, e il terzo, reduce una delusione d'amore, intende recuperare fiducia in se stesso.
Mentre è in maniera evidente (e dichiarata) a "A better tomorrow" (1986) di John Woo - che aprì la strada al filone degli action movie di Hong Kong - che guardano le oltre due ore e dieci di visione, atte a recuperarne non solo la tematica di base dell'amicizia virile, ma anche la propensione a concedere spazio a una parte melò.
Parte testimoniata soprattutto dal rapporto tra uno dei protagonisti e la moglie incinta, immersa in un concentrato di movimento orchestrato in mezzo a scontri corpo a corpo, pallottole volanti, un agguato con elicotteri e un violento scontro finale.
Senza rinunciare neppure a una spruzzata d'indispensabile ironia e ad un inaspettato risvolto di sceneggiatura posto alla sua metà.
Al servizio di un altro imperdibile titolo edito da CGHV e Tucker Film all'interno della loro collana Far East Film.