Un doppio Depp criminale ed i belli di papà di Abatantuono in home video

Presentato fuori concorso presso l'edizione 2015 del Festival di Venezia, prima ancora che venisse distribuito nelle sale cinematografiche italiane nell'Ottobre successivo, "Black mass - L'ultimo gangster" di Scott Cooper prende il via da un romanzo di Dick Lehr e Gerard O'Neill per portare sul grande schermo la turbolenta esistenza del criminale irlandese James Bulger, ricercato dalla polizia dal 1955 al 2011, tanto da essere stato considerato per molti anni il nemico pubblico numero due da arrestare secondo solo a Osama Bin Laden.
Criminale che, qui con le fattezze del mai disprezzabile Johnny Depp, spadroneggiò tra le strade di Boston fin dagli anni Settanta e la cui particolarità va individuata nel fatto che collaborava con l'FBI per eliminare la mafia italiana, persuaso dall'agente John Connolly alias Joel Edgerton.
Un Depp in questo caso caratterizzato da ampia stempiatura e capelli radi e che, contornato da validi comprimari spazianti da Benedict Cumerbatch a Kevin Bacon, non tarda a far uscire allo scoperto le reali intenzioni della sua Winter Hill Gang; in un crescendo di tensione e violenza visiva che, fortunatamente, non guarda in maniera banale ai soliti Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, ma richiama in un certo senso alla memoria la messa in scena alla base di "The iceman" di Ariel Vromen.
E, al di là del codice per scaricare la copia digitale del film incluso nella confezione, sono ventitré minuti di making of, dodici di sguardo alla trasformazione dell'attore protagonista nel personaggio e oltre sessanta riguardanti proprio i misteri e inganni che hanno accompagnato le lunghe ricerche verso la cattura di Bulger ad arricchire il blu-ray edito da Warner; che, in fatto di Depp da vita spericolata, riscopre anche in alta definizione il "Blow" diretto nel 2001 dal compianto Ted Demme.
Senza alcun dubbio, una delle migliori performance sfoggiate dall'interprete di "Edward mani di forbice", in grado di umanizzare la figura del realmente esistente narcotrafficante George Jung, vittima del destino beffardo inconsapevolmente sceltosi, simbolo di un'ambizione estrema che lo ha portato a pagare a caro prezzo la propria esistenza.
Un'opera intensa la cui frase "Che tu possa avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle" è immediatamente entrata nella storia della Settima arte, come pure il folto comparto attoriale costituito da Penelope Cruz, Franka Potente, Rachel Griffiths, Paul Reubens (noto ai più come Pee-Wee Herman), Jordi Molla e Ray Liotta, quest'ultimo nel fondamentale ruolo del padre di Jung, unica persona che si rivelerà essere totalmente affidabile.

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Un'opera che, oltre al commento audio del regista e di George Jung, annovera nella sezione extra "Lost Paradise: Cocaine's Impact on Colombia", crudo documentario sul narcotraffico in Sud America (ventitré minuti), "Addiction: Body and Soul", estratto sulla dipendenza di droghe ed alcool con pareri di testimoni e studiosi del settore (sei minuti), un corposo diario di produzione diviso in dodici parti, dieci scene eliminate (con e senza commento audio di Demme), sedici minuti di intervista al vero Jung per mano del regista, dichiarazioni di alcuni personaggi della pellicola (nove minuti divisi in sei parti), teaser, trailer e videoclip della canzone "Push & Pull" cantata da Nikka Costa.
Per chi, invece, desidera trascorrere una rilassante serata all'insegna della commedia italiana dinanzi al piccolo schermo casalingo, è sempre Warner a rendere disponibile in dvd "Belli di papà" di Aurelio Chiesa, rifacimento tricolore del messicano "Nostros los nobles", diretto nel 2013 da Gary Alazraki.
Rifacimento che vede Diego Abatantuono nei panni di un imprenditore di successo deciso a far sì che i tre viziati figli ventenni la smettano di condurre un'oziosa vita tempestata di agi e ignari di qualsiasi responsabilità; tanto da spingersi ad organizzare una messa in scena per far credere loro che l'azienda di famiglia stia fallendo a causa di bancarotta fraudolenta e che, quindi, l'unica via di salvezza è la fuga in una vecchia e ormai malconcia casa in Puglia.
Una fuga degna di veri latitanti e che non tarda a lasciar emergere il retrogusto di una variante del tipico incontro-scontro sociale tra nord e sud, già alla base di nostre commedie di successo quali "Benvenuti al Sud" e il suo sequel "Benvenuti al Nord".
Perché, con i connotati di Andrea Pisani, Francesco Di Raimondo e Matilde Gioli, i tre ragazzi non solo si trovano rispettivamente a sgomberare cantieri, vendere una particolare crema porta a porta e servire in un ristorante, ma si vedono anche costretti ad affrontare l'impatto generato dal passaggio dalla nullafacenza milanese alla fatica imposta dal quotidiano vivere della classe operaia pugliese.
Mentre, rimasto nel capoluogo lombardo in attesa di sposarla, è un convincente Francesco Facchinetti alla sua prima prova d'attore ad incarnare il suo odiosissimo fidanzato, tutt'altro che lontano dallo scontrarsi più volte con il protagonista di "Eccezzziunale... veramente" e "Mediterraneo", qui non poco dispensatore di risate grazie alla propria consueta gamma di battute ed espressioni.
Risate assolutamente prive di volgarità e che, con Antonio Catania e Barbara Tabita, si pongono al servizio di un'operazione non priva di momenti velati di amarezza e gestita a dovere dal punto di vista del ritmo narrativo.
Con undici minuti di backstage e diciotto di scene eliminate e papere quali contenuti speciali.