Home video a tutta commedia con Fabio De Luigi, Ficarra e Picone, Lillo e Greg e il sexy shop rock!Un poker di dvd per ridere con leggerezza di Francesco Lomuscio10 aprile 201515:15
Gli odi, gli amori, gli equivoci, gli intrecci e le complicate traiettorie emotive che collegano tra loro i bizzarri abitanti dello stesso palazzo, a poche ore dal Capodanno, in una imprecisata città italiana imbiancata dalla neve.
È quanto accade in "Soap opera" (2014) di Alessandro Genovesi, volto a mettere in scena un Fabio De Luigi ancora innamorato della ex Cristiana Capotondi, la quale scopre di essere incinta di un altro uomo, un Ricky Memphis in attesa della nascita di un figlio e, allo stesso tempo, sospettoso di essere omosessuale, Chiara Francini star di una nota soap opera con un debole per gli uomini in divisa, Elisa Sedanoui fresca del suicidio dell'ex fidanzato, Ale e Franz fratelli strettamente legati da un incidente che costringe il secondo su una sedia a rotelle. Con un Diego Abatantuono maresciallo dei carabinieri e la partecipazione de Caterina Guzzanti a completare l'assurda combriccola, uno spettacolo di matrice fortemente teatrale che, guardando in maniera evidente ai lavori di Wes Anderson, effettua la coraggiosa scelta di sfruttare come scenografie appartamenti ricostruiti all'interno di Cinecittà e di ricavare gli esterni sulla strada d'epoca che fece da sfondo a "Concorrenza sleale" (2001) di Ettore Scola e "Gangs of New York" (2002) di Martin Scorsese. Provvedendo, quindi, a far distaccare l'insieme dal tipico concetto di produzione proto-fiction tv che attanaglia la cinematografia tricolore d'inizio XXI secolo per renderlo, allo stesso tempo, un mix di commedia, melò e noir molto più vicino, nell'estetica, ad elaborati provenienti dall'estero... e con un esilarante interrogatorio dietro l'angolo. Con sedici minuti di papere e diciassette di backstage, a lanciarlo su supporto dvd è Warner, che, in fatto di comici nostrani, arricchisce il proprio catalogo anche tramite "Andiamo a quel paese" (2014), diretto e interpretato da Ficarra e Picone. Circa un'ora e mezza di visione in cui i due, amici di vecchia data, decidono di cambiare vita trasferendosi dalla città al piccolo comune siciliano di Monteforte, dove, nella speranza di limitare le spese ed in cerca di una soluzione per sbarcare il lunario, trasformano la casa in una sorta di ospizio improvvisato con un chiaro patto: "Voi ci date la pensione e noi ci occupiamo di voi".
Trailer ufficiale italiano per Andiamo a quel paese (2014), un film di Valentino Picone, Salvatore Ficarra con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Fatima Trotta. All’inizio di questa divertentissima storia, Valentino e Salvo - amici di vecchia data, rimasti [..] Senza pensare, però, al fatto che gli anziani clienti non rimangano ancora per molto in vita e trovandosi a dover fare i conti con il fatto che, in una minuscola località in cui non succede mai nulla, una pietra può diventare una pericolosissima valanga. Man mano che, tra chiacchiere della gente del posto, un imminente matrimonio di Picone con una signora piuttosto attempata e l'entrata in scena di Fatima Trotta, Francesco Paolantoni, Nino Frassica e del cesaroniano Giancarlo Ratti, la coppia di simpatici protagonisti arriva a ribadire che la felicità, a volte, si può raggiungere anche prendendo strade sbagliate. Fino ai titoli di coda commentati da "E và, e và" di Alberto Sordi, al servizio di un'operazione impreziosita da un breve backstage, dal trailer e dal videoclip della "Cocciu d'amuri" eseguita da Lello Analfino. Ma a regalare una non indifferente manciata di risate in home video pensa anche Filmauro con l'uscita su disco di "Un Natale stupefacente" (2014) di Volfango De Biasi, i cui nomi di punta sono Lillo e Greg (all'anagrafe Pasquale Petrolo e Claudio Gregori): l'uno lasciato dalla moglie Paola Minaccioni, poi accoppiatasi con il tatuatore tatuato Paolo Calabresi, l'altro seduttore e scapolo incallito che perde la testa per Ambra Angiolini, si trovano improvvisamente costretti a prendersi cura del nipotino di otto anni Niccolò Calvagna, i cui genitori sono stati erroneamente arrestati per coltivazione di sostanze stupefacenti. Un Niccolò Calvagna stupefacente proprio quanto il Natale del titolo e destinato a trasformarsi in fondamentale complice di un piano orchestrato dai due improbabili zii per far sì che il separato torni ad abbracciare la sua ex compagna, mentre, in agguato, abbiamo anche Riccardo De Filippis e Francesco Montanari nei panni di due grotteschi assistenti sociali presumibilmente gay. Un piano mirato ad estendersi per la totalità del film, inducendo lo spettatore al divertimento ricorrendo quasi esclusivamente al solo suggerimento delle parolacce, complice il rispolvero di buona parte del repertorio comico che ha segnato la lunga carriera degli irresistibili leader della band musicale romana dei Latte e i suoi derivati. Band che chiude il primo cinepanettone De Laurentiis privo di Christian De Sica, ritmato a dovere e sostenuto da un cast in ottima forma di cui, inoltre, possiamo ascoltare testimonianze nei tredici minuti di backstage e nei cinque di speciale che arricchiscono il tutto, insieme a cinque spot televisivi, trailer e papere. E, rimanendo nell'ambito del genere, concludiamo segnalando "Sexy shop" (2014), che, distribuito da Nuova Alfabat e diretto a quattro mani da Fernando Parachini e Maria Erica Pacileo (entrambi provenienti dal teatro), vede il cantautore Andrea Chimenti nel ruolo di un individuo sulla cinquantina rientrante tra quelli che volevano conquistare il mondo ma ritrovatosi a trascorrere le giornate dentro un sexy shop avuto in gestione da un amico, in quanto scontratosi con la cocente delusione di non essere riuscito a sfondare nel mondo della musica. Individuo con alle spalle una storia d'amore miseramente naufragata in tempi recenti e la cui routine all'interno delle quattro mura pullulanti di video porno e particolarissimi dildo sembra essere turbata, di volta in volta, da bizzarri personaggi caratterizzati da altrettanto bizzarre richieste in fatto di sesso e perversioni assortite. Bizzarri personaggi che, assurdamente, possiedono i volti di nomi noti della canzone popolare italiana degli anni Ottanta e Novanta, da Ivan Cattaneo a Garbo, passando per Gazebo, Jonson Righeira e Sir Oliver Skardy; fornendo l'ingrediente necessario che, tra concorsi per vincere una giornata da trascorrere in compagnia di una pornostar e l'arrivo di un trio di rapinatori interpretati dai Tre allegri ragazzi morti, potrebbe contribuire non poco a trasformare in un cult un lungometraggio indipendente non sprovvisto di un certo retrogusto nostalgico.
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