Movie Flash: "Recitare è come suonare in una band", parola di Kiefer Sutherland
Incontriamo Kiefer Sutherland, alias Jack Bauer della serie "24", per qualche domanda, un paio di ore dopo la conferenza stampa di presentazione del film d'animazione "Mostri contro Alieni". Nel lungometraggio presta la voce a un fantomatico generale da anni incaricato di sovrintendere a una fantomatica divisione dell'esercito, una sorta di Area 51 dove vengono da sempre studiati e raccolti tutti gli essere viventi con mutazioni genetiche (i "mostri" del titolo). Insomma, per questo figlio d'arte che nel 2006 Forbes ha inserito nella top 10 dei "divi più pagati" (non chiedeteci però cosa si intenda per "divo"), e che ha debuttato al cinema a soli 17 anni con "Per fortuna c'è un ladro in famiglia!" (1983) si tratta ancora una volta di un ruolo da "autorità". Con il serial "24" da anni non solo ha per certi versi cambiato il modo di intendere l'action (influenzando sia il piccolo sia il grande schermo), ma ha anche anticipato quella che sarebbe diventata una vera e propria tendenza per le star del cinema americano: passare al piccolo schermo. Negli States non è come in Italia, o meglio non lo era: l'attore di cinema mai si "abbassava" a fare televisione, né tantomeno pubblicità (quest'ultima oltretutto era per loro vietata da norme interne al sindacato degli attori). E' proprio dalla sua scelta, datata 2001, che inizia la nostra intervista: "Per uno come me che è cresciuto con film come "Serpico" e "Il Padrino", quelli che io chiamavo "i film da venti milioni di dollari", accettare l'idea che non si producessero più storie del genere è stato difficile. Gli studios non sono più gli stessi, sono di proprietà di grandi società come General Electrics e Coca Cola, c'è di mezzo la pubblicità, gli sponsor e molte altre cose. Si è perso il vecchio cinema e la sua autenticità. La televisione si è invece evoluta ed ha cominciato a realizzare bei prodotti come E.R., I Soprano e Sex and the city. Ho semplicemente seguito queste storie e "24" ne faceva parte".
Sul timore di rimanere intrappolato nel ruolo di Jack Bauer, afferma: "Affronto ogni stagione di "24" come se fosse l'ultima. E nel tempo il mio personaggio si è evoluto, non è lo stesso della prima stagione, abbiamo appreso nuovi aspetti della sua vita e lui è cambiato. Ogni volta diventa quindi una sfida, non entro mai in routine. Quando mi arriva un'offerta, per scegliere mi baso unicamente sulla storia nella sua globalità. Non scelgo mai un personaggio a prescindere senza valutare tutto ciò che lo circonda. Recitare è un po' come suonare in un gruppo musicale, ognuno fa la sua parte e ogni suono è fondamentale, il cantante è importantissimo, ma nessuna band funzionerebbe senza un ottimo bassista". Un'affermazione che sa tanto di aforisma saggio, e se così non fosse, chi ha il coraggio di contraddire Jack Bauer?
Andrea D'Addio
(18 marzo 2009)
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