Movie Flash: Per me i limiti risiedono nella nostra immaginazione...
All'indomani dell'uscita del dvd "Pirati dei Carabi: ai Confini del Mondo" lo scorso 21 novembre abbiamo intervistato in un'esclusiva videochat Gore Verbinski, il regista della trilogia sul capitano Jack Sparrow. Il film è disponibile su piattaforme multiple: le versioni in DVD (su uno e due dischi) e la versione in modalità Blu-Ray Disc® da 75 gigabyte in due. Un'uscita day&date che conterrà gli straordinari extra relativi ai back stage, oltre all'esclusivo "Entra nel Maelstrom" (disponibile però solo nel formato Blu-Ray Disc). Prodotto da Jerry Bruckheimer e "Pirati dei Carabi: ai Confini del Mondo" finora ha registrato complessivamente incassi per oltre 946 milioni di dollari, balzando al primo posto tra i grandi successi del 2007.
"No, penso che la trilogia sia ora completa. Tutte le trame lanciate nel primo film sono state risolte, semmai ci dovesse essere un altro Pirati dei carabi, vorrei cominciarlo ex-novo, fresco e focalizzato sulle avventure del capitano Jack Sparrow" così ha risposto alla prima domanda Gore Verbinski, sottolineando poi vari aspetti che, a suo dire, rendono speciale, i contenuti speciali inseriti nel dvd a partire dal making the Maelstrom. "Penso che dia allo spettatore una piccola finestra per capire la complessità nel progettare e realizzare una sequenza che non era mai stata fatta prima. Mesi di progettazione e otto settimane di riprese che hanno richiesto una perfetta sinergia tra stuntman, camere, effetti reali e speciali. Giorno dopo giorno abbiamo lavorato contro vento fortissimo, gradinate e macerie varie, difendendoci dal fuoco dei cannoni e tenendo a bada le centocinquanta spade degli stuntman sul vascello più grande mai realizzato per un film mentre due grandi onde facevano muovevano il tutto. Sebbene il tutto sia stato creato artifcialmente, noi eravamo all'interno di una tempesta e lì abbiamo girato una battaglia. Penso che lo spettatore percepirà il giusto valore di quello che ognuno di noi ha fatto per portare questa sequenza sul grande schermo".
Al dubbio se sia più difficile girare una credibile scena ricca di effetti speciali o una più intimista basata sui sentimenti, ha optato a favore di quest'ultima ("Richiedono sempre maggiore attenzione per i dettagli"), mentre sul processo creativo di ogni scena ha affermato: "Inizio con un disegno su di un tovagliono, poi con lo storyboard tento di previsualizzare il film, cercando poi di stare sempre attento affinché questo processo di creazione non renda il film freddo. Sono aperto ai suggerimenti e un pizzico di caos del momento possono arricchire lungo la realizzazione. I contributi degli altri fanno parte di questo "caos controllato", dell'improvvisazione. I disegni iniziali sono così dei spunti di partenza attraverso i quali io incoraggio e stimolto ogni tipo di evoluzioni. Molte volte il concetto rimane lo stesso, ma l'esecuzione cambia completamente".
Non è contrario all'idea stessa degli extra ("Alcuni registi non amano rivelare i meccanismi dietro la magia del loro operato, non si vuole mostrare i propri panni sporchi, ma la proprietà di film come questi non è solo del regista, ma va al di là. Il processo di realizzazione è stata poi un'avventura così spettacolare e strana che penso sia una forma di enterteinment esso stesso", mentre all'interrogativo sul se avesse ancora qualche sogno visionario che ancora tecnicamente impossibile, ma che forse si potrà realizzare in futuro, ha risposto come solo un regista creativo come lui poteva fare: "Per me i limiti risiedono solo nella nostra immaginazione".
Andrea D'Addio
(23 novembre 2007)
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